Cinque artisti, una città che ha anche i muri imbevuti di storia, una memoria che torna e ritorna e che, per la verità, nessuno può e vuole mandar via. Negli incantevoli spazi dei Magazzini del Sale, nel Palazzo Comunale di Siena, esprimono tutta la loro voglia di andare avanti (guardando indietro però) cinque artisti che sono il top del panorama senese.
Da dove siamo partiti? I Cinque si incontrano circa un anno fa in quel grande motore del contemporaneo in Italia che è il Palazzo delle Papesse. Nell’ambito della mostra Pianeti i Cinque decidono di andare avanti fino all’organizzazione, non a caso nell’anno 2000, di questa collettiva “SOTTOSALE ” patrocinata dal Comune di Siena e dall’Assessorato alla Cultura.
L’esposizione è tutta incentrata sul tema della memoria e, per conseguenza diretta, sulle tematiche – come il viaggio, sia fisico che celebrale – che le girano attorno. “Parlare di memoria in una città come Siena è come sentire il salmastro in un luogo di mare” recita il testo della brochure.
Si è parlato di Siena in particolare ed infatti è la memoria associata alla città – mostra di grande interesse anche a livello sociale – che è protagonista dell’evento espositivo.
Christian Posani ci porta, attraverso un percorso mnemonico che arriva fino all’olocausto mutuandone tematiche e terminologia, ad indagare le mura della città, consunte ma abbellite dal tempo. Francesco Carone utilizza le volte a botte dello spazio espositivo per creare la sua nave immaginaria che questa volta non è il simbolo della navigazione in internet ma del viaggio attraverso la memoria; una sua installazione fatta da una miriade di bustine di tè è icona del viaggio intimo e potentissimo che si può anche fare in poltrona sorseggiando una tazza. Serena Fineschi accoglie il visitatore, all’inizio della mostra, con una delle sue caratteristiche installazioni verticali dedicate alla scrittura ed alla videoistallazione nel tentativo di stimolare tutti gli organi percettivi, l’opera è anche un omaggio al grandissimo Simone Martini che, due piani sopra ai Magazzini del Sale e sette secoli fa, dipinse la Maestà. Filippo Frosini affronta la memoria dei nonni, la memoria della vita di campagna cimentandosi con materiali come l’erba ed il legno. L’opera di Fabiano Mattiolo, un rosario fatto di palline di pane intervallato solo da una conchiglia e da una piccola ancora, è probabilmente sintesi di tutta la mostra: nell’installazione convivono tutte le tematiche che gli altri Quattro affrontano.
massimiliano tonelli
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