Sono oltre 40 gli artisti giapponesi che mostrano le loro opere realizzate con l’antica tecnica del needle art, un’arte manuale che affonda le proprie origini nella nobile cultura giapponese. Arte del filo e dell’ago attraverso la quale hanno realizzato opere dalle ricche tramature, dai colori pastello dove il fiore di loto, di pesco ed il vulcano Fuijhama sono le inconfondibili icone della maggior parte dei lavori messi in mostra ai Magazzini del Sale. In rassegna troviamo di tutto, dagli arazzi, ai kimoni ottocenteschi, dai quadri dalle nuove linee contemporanee ispirati dall’arte grafica
alessandra marzuoli
Un anno di successi e riconoscimenti nell’arte contemporanea.
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Non sarei così categorica nel giudicare negativamente questa mostra! perchè non carpire il messaggio che si è cercato di trasmettere anche senza un catalogo invece di demonizzare la scelta o la necessità di non pubblicarlo? La peculiarità dell'artigianato folkloristico sta nel trasmettere l'essenza di una cultura, senza pretesa di essere inserito all'interno del circuito ufficiale dell'arte - anche se in effetti è arte. Non posso giudicare l'organizzazione della mostra, le scelte dei curatori (chi sono?), perchè non l'ho visitata, ma posso affermare che l'artigianato giapponese, che ho avuto modo di ammirare più volte in più esposizioni, si spiega da sè. L'essenza della cultura nipponica traspare anche da un semplice pannello ricamato. Siamo noi - pubblico - che dobbiamo trarre le nostre conclusioni, attraverso il filtro della nostra cultura.
Se poi il discorso è: la mostra è stata allestita male perchè ci sono dei pezzi di poco valore semantico, questo è un altro discorso.
Rettifica: il mio messaggio precedente era, ovviamente, riferito al commento di Michela C.
Non sono d'accordo con Paola, credo, infatti, che proprio per la qualità delle opere proposte esse dovessero essere adeuguatamente contestualizzate. Non sempre l'arte, ed in special modo quella decorativa e l'artigianato ha il posto che merita nel panorama dell'arte e delle esposizioni. La pubblicazione di un catalogo, in questo caso, con uno chiarimento critico sugli artisti e sulle opere in mostra, poteva essere una buona occasione per dare risalto ad un avvenimento rimasto nell'ombra.
Come sempre si giudica sulla base della maggiore/minore simpatia verso i curatori di una mostra....