La mostra sarà allestita nei locali del Santa Maria della Scala e del Museo dell’Opera della Metropolitana. L’evento vuole riallacciarsi alla tradizione delle grandi esposizioni senesi che hanno caratterizzato la vita espositiva cittadina nell’arco di oltre un decennio con il merito di far conoscere al pubblico l’arte senese medioevale e moderna ma anche di valorizzare, attraverso importanti restauri, il patrimonio artistico locale.
Per l’occasione si potranno incontrare non solo i capolavori di Duccio come la Maestà del 1311, la Vetrata circolare che adornava l’abside della cattedrale, la Maestà di Berna ed il Crocifisso dipinto proveniente da Asciano (provincia di Siena), ma tantissime opere realizzate da artisti precedenti e contemporanei del pittore. Non solo dipinti ma anche sculture, codici miniati, tavole, manoscritti, biccherne ed oggetti
Il grande numero di opere in mostra e la loro grande varietà ha portato il comitato scientifico – coordinato dal Prof. Luciano Bellosi dell’Università di Siena – a dividere in otto sezione il percorso espositivo.
Ecco che nella prima sezione, dedicata ai contemporanei, si sveleranno davanti agli occhi dei visitatori gran parte delle opere realizzate tra la fine del XIII e la primi anni del XIV secolo da Dietisalvi di Speme, Guido da Siena, Guido di Graziano e Vigoroso da Siena. La seconda sezione che sorprende per la ricchezza delle opere conterrà i capolavori di Cimabue, Duccio e del giovane Giotto indagando i rapporti stilistici che intercorseono tra questi tre grandi maestri dell’arte italiana. In questa sezione sarà possibile trovare anche la Madonna di Crevole, il capolavoro giovanile di Duccio che apre la terza fase del percorso dedicata a tutta la sua opera con lavori provenienti da collezioni e musei di tutto il mondo.
E’ da segnalare l’arrivo del piccolo trittico della Crocifissione di proprietà della Regina d’Inghilterra. Tre sezione, poi, saranno dedicate ai diretti seguaci del grande pittore senese. Si inizia col Maestro di Badia a Isola, proseguendo con il Maestro degli Aringhieri ed il Maestro di Città di Castello autori conosciuti con nomi convenzionali poiché le loro identità sono totalmente avvolte nel mistero.
L’esposizione prosegue con la presentazione dell’esordio duccesco dei grandi pittori
La mostra, dunque, ricostruisce gran parte del panorama artistico del Due e del Trecento senese, mettendo in mostra anche opere a cui sono state date nuove attribuzioni e che da anni sono oggetto di discussione tra i critici.
Darà inoltre modo di creare una sorta di itinerario “duccesco” all’interno della provincia di Siena portando i visitatori alla scoperta dei luoghi liturgici dove sono conservate opere attribuite a Duccio ed ai suoi allievi. Meriterà una visita in questo ambito un ambiente ritrovato al di sotto della Cattedrale di Siena completamente affrescato con le Storie dell’Antico Testamento e che sarà accessibile per la prima volta con l’apertura della mostra. Le pitture sono originali dell’epoca di Duccio e non presentano alcuna ridipintura, nessuna aggiunta di colore di epoche
alessandra marzuoli
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Alla mostra mancherà la Madonna di Campagnatico, che il Prof. Carli giudicò "la più antica e la più bella di quelle della scuola del Maestro" e fors'anche (dico io) del Maestro stesso, tant'è la somiglianza con la Madonna di Crevole. Perché non se n'è tenuto conto? Complimenti, comunque! Bacciarelli Vincenzo.