Categorie: Speednews

58 Biennale/14. E il Padiglione Italia? Vox populi da non scrivere, dalla laguna

di - 10 Maggio 2019
Ma che fine ha fatto il Padiglione Italia presentato ufficialmente oggi, dal Ministro ai Beni Culturali, Alberto Bonisoli, dalle cronache dell’arte?

E com’è il Padiglione Italia? Un ritorno al buco nell’acqua dopo la fulminea impennata del “Mondo Magico” di Cecilia Alemani, che aveva squarciato anni di buio?

Padiglione Italia, questo sconosciuto, a quanto pare.

E a quanto pare il capitolo “Italia alla Biennale” riprende la sua strada maestra, a proposito di labirinto, ovvero essere un argomento molto spinoso.

A Venezia, e parlo in prima persona, ho discusso con addetti ai lavori di ogni fazione, ognuno incline a declinare verso il basso il progetto di Milovan Farronato. Ma, come al solito, nessuno vuole metterlo nero su bianco.

Siamo un Paese di grandi maestri che non vogliono esporsi.

Si fanno foto-gallery esclusive, video e insta-stories come se non ci fosse un domani, ma poi si corre ai ripari. Ovvero si tace. E ci si imbecca l’un l’altro sul valore del vicino Ghana (in termine di posizione all’Arsenale); alla Francia che non è una novità che faccia presentazioni esemplari (in risalita quest’anno rispetto alle scorse edizioni decisamente poco felici) e che spende di più rispetto all’Italia per la sua partecipazione; alla Lituania imperdibile. Per loro mille complimenti, mentre per i nostri profeti in patria un po’ di polvere. 

Qual è il problema che si imputa di più, all’Italia di Farronato? Un lavoro curatoriale eccessivo, a discapito delle opere, tramutate in “complementi d’arredo” per un negozio d’antan (la struttura del labirinto) secondo alcuni.

Secondo altri è avvenuta la trasformazione del curatore in “quarto artista” per costruire una mostra a propria immagine e somiglianza: curare una mostra invece significa mettersi a servizio degli artisti per rendere il lavoro nel modo migliore. Eppure Farronato ha pensato uno spazio precisissimo, connettivo, site specific. Inattaccabile.

Per altri invece questo è un semplice luna park con tanto di specchietti retrovisori per orientarsi, imbellettato da tende (con il cui tessuto sono state realizzate le bags per la stampa), portine e salette.

Poi c’è la questione artisti. Vox populi la scelta di Chiara Fumai è azzardata non tanto per la sua celebrazione, quanto perché – proprio a causa della prematura scomparsa – è impossibile intraprendere un vero discorso su un valore che vada oltre una questione affettiva: sarebbe stato meglio un premio dedicato alla sua memoria. O una vera e propria retrospettiva. Qualcosa del genere, che non togliesse spazio ad altri artisti italiani che invece anni di lavoro alle spalle ne hanno parecchi, ma di celebrazioni ne hanno avute di meno, e non per mancanza di curriculum.

Alzi la mano chi la pensa così.

Su queste pagine poi, al sottoscritto, lo stesso curatore aveva dichiarato che la cifra raccolta per il padiglione ammontava a circa 1 milione: 600mila euro dal Mibact, di cui 400mila dedicati alla produzione, questa cifra raddoppiata grazie agli sponsor privati che hanno supportato il progetto. Lea Vergine, in un vecchio articolo dedicato a una Documenta degli anni ’80 scrisse lapidaria (bei tempi interessanti erano quelli?!) che con “tutti quei soldi si poteva fare di meglio”. È questo ciò che si imputa al Padiglione Italia 2019? Potrebbe essere, o è una mia congettura.

O forse nella costruzione del labirinto si denota poco coraggio? Un tema forte come le incognite della vita, fatta di scelte e aspettative, e un titolo retoricamente fortissimo è stato risolto con un’estetica da vetrina, con lavori sottodimensionati rispetto al luogo sia per David che per Moro.

Forse, il nodo del problema, è qui.

C’è ancora chi spara a zero sulla necessità di avere in mano un “libretto d’istruzioni” per comprendere opere che parlano fortemente della nostra identità, mentre ad ora il padiglione, a livello critico-giornalistico, appare ancora avvolto dalla nebbia dell’omertà (italica?).

Sarà che forse sono ancora i primi giorni di Biennale. Forse molti addetti ai lavori sono intenti – e attenti – a cosa scrivere a riguardo. Ci stanno pensando. Attenti a non fare né confronti, né affronti.

Forse è per questo che l’arte italiana non esce allo scoperto. Né alle biennali, né altrove. Voi che ne dite? (Matteo Bergamini)

Nelle foto: Visita al Padiglione Italia del Ministro Bonisoli con Federica Galloni e Milovan Farronato, Liliana Moro e Enrico David

Visualizza commenti

  • Condivido pure le virgole e i punti.
    Già dalla presentazione si capiva ma ovviamente il dictat solito era staremo a vedere e ora che abbiamo visto si è avuta la conferma. Un allestimento riempitivo per colmare dei grandi vuoti.

Articoli recenti

  • Mostre

Nebojša Despotović e Barbara De Vivi alla Galleria Civica di Trento

Fino al 5 ottobre, il Mart presenta nella sede trentina una doppia personale dedicata a Despotović e De Vivi, dove…

26 Luglio 2025 0:02
  • Mercato

Molto più di una fiera: a settembre aprirà Frieze House Seoul

Uno spazio permanente destinato a ospitare mostre, residenze e progetti artistici per tutto l’anno. Ecco il nuovo annuncio del colosso…

25 Luglio 2025 17:32
  • Cinema

Cinecittà, Antonio Saccone è il nuovo presidente. Approvato il bilancio

L’assemblea dei Soci di Cinecittà approva il bilancio 2024 e rilancia con un nuovo piano industriale e con la nomina…

25 Luglio 2025 16:32
  • Progetti e iniziative

Popsophia, a Pesaro si esplora il concetto della soglia, tra filosofia e visioni digitali

Grande partecipazione per l’edizione 2025 del festival Popsophia: tra tecnologie di realtà virtuale, filosofia e cultura pop, si riflette su…

25 Luglio 2025 16:09
  • Design

Giancarlo Iliprandi, un secolo di segni: il maestro del design in mostra a Milano

In occasione dei 100 anni dalla sua nascita, l’ADI Design Museum omaggia la mente creativa che ha rivoluzionato la comunicazione…

25 Luglio 2025 13:51
  • Arte contemporanea

Dal Barocco a Cattelan: 60 artisti per la mostra diffusa di Panorama Italics a Pozzuoli

Annunciati i 60 artisti che animeranno la mostra diffusa di Panorama Italics a Pozzuoli: dall’installazione sospesa di Maurizio Cattelan all’opera…

25 Luglio 2025 13:11