Presso l’ex Ansaldo di via Bergognone, sede di BASE Milano, è stato presentato “I AM HERE – on counter narratives from Europe”, nuovo progetto dell’artista danese, di origini caraibiche, Jeannette Ehlers. Il progetto di scambio culturale è a cura di Arkipelago, che offre agli artisti la possibilità di realizzare residenze creative in Italia e promuovere i loro progetti, ed è stato realizzato grazie alla collaborazione tra BASE Milano e DanskArte.
Il progetto è stato presentato nel corso di un simposio, moderato da Martin Rørtoft (curatore Arkipelago) e con Martina Angelotti (curatrice e direttrice artistica, Careof), Beatrice Catanzaro (artista, ricercatrice e Ph.D Candidate a Oxford Brokes University), Anna Detheridge (fondatrice e curatrice Connecting Cultures), Martina Muso Melilli (artista e regista) e Gabi Scardi (curatrice e critica d’arte).
L’artista focalizza il suo lavoro sulle relazioni storiche tra la colonizzazione occidentale e i flussi migratori dei giorni presenti, per richiamare la nostra attenzione su argomenti spesso trascurati. Attraverso performance, video e fotografie, Ehlers affronta temi toccanti e complessi, come la posizione della Danimarca nella sua storia coloniale, la retorica anti-immigrazione, la diffusione del razzismo e anche il ruolo che l’Italia sta svolgendo in questo contesto.
Durante l’incontro sono stati proiettati dei video che hanno mostrato i principali lavori di Jeannette Ehlers, con un particolare focus su The Gaze e The Invisible Empire, con i quali l’artista ha affrontato il tema della moderna schiavitù e che hanno fatto parte dell’installazione allestita presso Careof fino al 26 gennaio. Il simposio si è concentrato sui rapporti tra colonialismo, razzismo e immigrazione, incoraggiando tutti a partecipare, esprimendo opinioni, prospettive e anche preoccupazioni, per pensare a eventuali strategie per agire sulla situazione dei migranti e rifugiati in Italia. E mai come oggi ci sentiamo non solo partecipi di queste tematiche ma anche ricercatori di risposte.
Jeannette Ehlers, attraverso il suo contributo, vuole puntare l’attenzione sulle relazioni storiche, ci mette davanti a delle narrazioni che spesso trascuriamo o ignoriamo ma di cui è essenziale essere a conoscenza per avere un giudizio obiettivo. Un modo per stimolare quesiti complessi e di riferimento globale ma senza tralasciare un approccio puramente personale, una linea sottile che vuole far comunicare il lato individuale con quello universale. (Gaia Tonani)