16 ottobre 2014

A Firenze la Strozzina cerca di riprendere vita. Con un programma di eventi che ha come fulcro l’antico cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi

 

di

Franco Menicagli alla Strozzina
Dopo la brusca interruzione della programmazione e la partenza di Franziska Nori per andare a dirigere il Frankfurter Kunstverein, la Strozzina di Firenze, con l’autunno, inaugura un nuovo programma espositivo in tre tappe (più un finale a sorpresa!).
Il progetto curato da un pull di giovani coordinati da Riccardo Lami vede al centro il cortile di Palazzo Strozzi. Da quando l’omonima Fondazione ha iniziato una programmazione organica di mostre ed eventi l’antico cortile è stato completamente “ripensato” e l’apertura dei tre grandi portoni che danno sulla pubblica via, l’ha fatto diventare un luogo di “attraversamento” e d’incontro. 
Il progetto che si inaugura oggi vede al centro questo spazio che diventa luogo site specific per artisti molto diversi tra loro invitati a mettersi in relazione e a confrontarsi attraverso il proprio linguaggio con le architetture rinascimentali facendolo diventare un laboratorio a cielo aperto. 
Franco Menicagli – che da sempre riflette sull’antimonumentalità della scultura – con A chi non piace guardare il cielo? trasforma lo spazio proponendo un’insolita percezione del luogo. Con una serie di mattonelle da rivestimento in ceramica, realizza forme che assomigliano a precari tronchi d’albero sui quali si innestano dei sottili listelli di legno che, per la loro flessuosità, disegnano la sagoma di enormi chiome che si innestano, si sorreggono, si intersecano con le architetture.
La modificazione dello spazio che Menicagli propone viene percepita e vissuta dalle centinaia di persone che quotidianamente frequentano il cortile – giovani, vecchi bambini – ognuno con il proprio bagaglio culturale, la propria sensibilità, che guardano, vivono, interagiscono con l’opera diventandone essi stessi parte integrante.
Quello di Menicagli è il primo tra i progetti che vedrà il cortile come fulcro dell’operazione; seguiranno – con la cadenza di circa uno al mese – il collettivo Kinkaleri (dal 20 novembre) e Bianco Valente (dall’11 dicembre) che, ognuno a proprio modo, farà diventare questo spazio un luogo attivo e dinamico, luogo d’incontro, di attraversamento, crocevia e punto nodale di un tessuto urbano, forum di linguaggi, culture e razze differenti.
Il 15 gennaio sarà una giornata speciale, il giorno clou di una collaborazione tra il collettivo newyorkese Cherlyr in residenza di una settimana a Firenze, l’équipe di Palazzo Strozzi e alcuni artisti del territorio:  si darà vita a un’esperienza performativa che vedrà al centro i locali del Centro di Cultura Conteporanea. Un’azione “destrutturante” che prelude e auspica a una nuova ripartenza. (Enrica Ravenni)

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