30 marzo 2005

A Milano si è suicidata la critica d’arte Paola Magni

 

di


paola magni
Una carriera fulminante nel mondo dell’arte contemporanea durante gli anni Novanta. Con collaborazioni di prestigio, tante mostre curate, testi e iniziative in tutta Italia. Poi un incarico alla Fondazione Cassa di Risparmio di Roma. E ultimamente -con un po’ di disaffezione verso il mondo dell’arte- il trasferimento dalla Capitale a Milano, con un lavoro presso Microsoft.
Paola Magni (Cremona, 1971) si è gettata -pare a seguito della fine di una storia d’amore, ma senz’altro a causa di una crisi depressiva- dalla finestra del suo appartamento a Milano, in Via Ascanio Sforza, sui Navigli. Secondo i primissimi accertamenti Paola avrebbe lasciato uno scritto per motivare il suo gesto.
Presto su Exibart una memoria per ripercorrerne la vicenda professionale.
*foto di Claudia Colasanti

[exibart]

41 Commenti

  1. Scopro solo adesso, grazie a Clemente P., l’esistenza di questa pagina…vorrei conoscervi tutti…
    ho convissuto due anni a Roma con Paola

  2. Koschka sei un cretino, ma non ti rendi conto del dolore immenso di questa povera ragazza e ora dei suoi familiari? Era proprio così importante scrivere una cretinata del genere? Vergognati.

  3. Qualsiasi domanda si sospende, la parola viene meno. Un pensiero vuoto solamente. Non smetto di pensare a te e a questa pazzia. Ti stringo forte paola.

  4. non ho parole cara paola!! tu cosi vitale, cosi gentile, attenta, cosi anomala . Lasci davvero un vuoto fra tutti noi. Continueremmo a volerti bene!!

  5. Complimenti Koshka! Nemmeno Eminem nelle peggiori delle sue performances sarebbe in grado di concepire frasi così inutilmente e gratuitamente acide. Ora che hai sparato la tua cazzata sarebbe bello che ti prendessi un periodo di riposo, magari in un centro di igiene mentale…
    Non conoscevo Paola Magni ma di fronte ad un gesto cosi’ definitivamente tragico rimango sempre tristemente senza parole.
    Un caro saluto
    giulio

  6. Casomai Abbondio sono “cretina”. Non volevo fare battute è una considerazione cinica ma che riguarda la realtà. Credo che per una persona che lavori nel mondo dell’arte e che cerca di fare seriamente e con passione il proprio lavoro sia un momento molto difficile. Insomma non è un mestiere e un ambito attualmente che possa dare delle soddisfazioni vere, interiori, e compensare quindi dei vuoti o dei disagi personali. Si può superare un momento brutto a volte se si vedono realizzate magari anche solo le proprie aspirazioni lavorative. a volte no…
    E come sempre mi viene da dire ancora più cinicamente dove erano tutti quelli che la conoscevano e che ora piangono lacrime di coccodrillo? Mi ricorda tanto la corsa all’espiazione che c’è stata per Mia Martini

  7. cara paola,
    per una mostra che due anni fa realizammo con altri buoni amici a roma, scrivesti il saggio “Famiglia: le tentazioni del contemporaneo”. Ma le tentazioni non sembravano esere nella cifra del tuo carattere, solitamente così piacevole, diretto e veloce.
    Oggi. Oggi resta un ricordo vivido: amore in tempo di conflitto…

  8. La conoscevo solo di nome. A Milano ho vissuto fino a pochi mesi fa, anch’io nella depressione di un amore senza fortuna, depressione che ancora oggi segue il mio tempo. Di fronte a un fiore spezzato ci vorrebbe silenzio. Eri bella, Paola, e dovevi avere una sensibilità fortissima. Hai scelto di incarnare fino in fondo la normalità e le contraddizioni della vita. Un bacio dovunque tu sia*
    Gianluca

  9. eventi di questo genere fanno percepire quanto siano ostinatamente ermetiche le persone, imprigionate dalla propria solitudine. e in quanti luoghi sbagliati purtroppo si cerca il benessere.
    un caro addio a paola, volata via con il suo dolore.

  10. Sono indignata con la vostra redazione.
    Conoscevo Paola e bene. E mi aspettavo da voi un maggiore rispetto nel trattare una notizia così delicata e tragica. Non c’è bisogno di entrare nel pettegolezzo e divulgare dettagli supposti su cause presunte. Non siete Novella 2000!
    Sarebbe bastato dare la notizia della morte, forse anche sul suicidio si poteva avere maggiore riserbo.

  11. Ficociello, se fosse stata davvero indignata avrebbe scritto o telefonato alla redazione. Non avrebbe tentato di speculare su un lutto per farsi pubblicità gettando in pasto alle migliaia di persone che stanno leggendo questa notizia (scritta con il massimo della deontologia giornalistica, scritta col medesimo approccio scelto per dare il triste annuncio dal Corriere della Sera – Cronaca di Milano, non certo da Novella2000) il suo commento velenoso.
    Se fosse stata sinceramente indignata avrebbe inserito nel commentario il suo saluto a Paola, come molti stanno facendo con dolcezza e partecipazione, e mi avrebbe chiamato, in privato, dandomi dello sciacallo.
    S’indigni pure, dunque. Ma di se stessa.

  12. Un saluto alla bravura che dimostrava nello scrivere testi chiari e arguti, alla bellezza che chi l’ha conosciuta ne può dare atto e all’ironia che ha dimostrato quando ha sfilato come “mannequin per nient” alla performance romana!Un abbraccio giocando, come sempre, a salutarci in “toscano”

  13. Un sauto a questa collega che non conoscevo di persona ma che ritengo senz’altro degna di stima. una notizia davvero triste.
    Ficocello, secondo me tacere sul fatto del suicidio o delle crisi depressive significherebbe soltanto avvalorare i tabù che la nostra società impone a questo tipo di problemi. Personalmente ritengo che qualsiasi persona intelligente di fronte a fatti drammatici come questo non possa che provare compassione e fermarsi a riflettere sul problema della solitudine, che a volte può colpire anche persone impegnate e circondate da numerose conoscenze/amicizie come la brava paola.
    La notizia, così come è apparsa su Exibart, secondo me non va incontro a una curiosità morbosa ma piuttosto ci interroga e ci sconvolge. E’ bene che sia così.

  14. Questo tragico gesto che non conosce appello auspico possa travolgere, o almeno scuotere, le coscienze del mondo dell’arte. La mia anima è attonita. Era bella, intelligente, brava, ma forse troppo cosciente e consapevole dell’infinità meschinità di questo mondo. Un pensiero a chi resta e a chi l’ha amata, alla sua famiglia, perchè trovi il coraggio di sollevarsi da un dolore che purtroppo è sordo e accecante. Una preghiera dal profondo del cuore, che accompagni il suo viaggio, oltre il tempo e lo spazio.

  15. Eravamo colleghe ma non ti avevo mai vista. Il suicidio di una persona così bella lascia sempre sgomenti. Pensare di non avere più prospettive e mezzi per andare avanti, con un’esperienza e una cultura di tale livello … dev’essere un circolo vizioso da cui non si esce più.
    Forse occorre migliorare questo mondo che ci impedisce di leggere la tristezza negli occhi di chi ci è accanto. Di realizzarci nell’ambito che ci interessa di più. Di condividere il dolore che si porta dentro e metterlo a frutto per cercare di cambiare le cose. Forse è possibile…

  16. Cara Paola,
    so bene che cosa è dolore e si sentirsi sola, sola dentro un deserto….una città, le parole
    e amore….Ti conosco quando eravamo San Lorenzo vicini di casa…Mi manca parole, ciao bella bambina penso sempre che nostra società colpevole anche per questo,…
    sukran moral

  17. Cara Paola ogni giorno da quando ho ricevuto quello shockante e-mail con la notizia della tua morte tento di calarmi nel dolore da te provato che ti ha portato a quel gesto finale senza rimedio, pur sapendo che mai riuscirò a capirti a fondo perché ognuno di noi può comprendere a pieno solo il proprio dolore. Non so cosa tu dica nelle quattro pagine scritte che hai lasciato, ma se tra le cause vi fosse realmente una storia d’amore finita male avrei voluto poterti dire prima che quella non era la soluzione giusta.
    Tu sapevi bene che gli altri, pur con i loro difetti, mancanze ed errori sono pur sempre molto importanti per noi, tu sapevi come lo so io che è inutile negare questa verità a se stessi, tu lo sapevi… non era quello il modo di vincere il dolore, l’insoddisfazione l’inadeguatezza che vivevi. Io ti rimprovero perché tu dici che non volevi essere salvata, e chiedi scusa ai tuoi genitori, ma anche i tuoi amici avevano il diritto di starti vicina, e tu avevi il dovere ti farti aiutare, dovevi trovare il coraggio di superare l’orgoglio che spesso ci impedisce di andare oltre l’autocommiserazione ed accettare l’aiuto di tutti coloro che in questo periodo erano più vicino a te e dei quali capisco bene il travaglio ed il senso di colpa che possono provare. Ma anche a noi più lontani nel tempo e nello spazio dovevi dare una possibilità. Avresti sicuramente trovato qualcuno che ti avrebbe acceso la scintilla per farti capire che non valeva la pena, ed altre erano le strade da percorrere per uscire fuori da quello che era il tuo stato mentale, probabilmente a ragione ed a pieno titolo, ma avevi il dovere, il dovere di combattere e noi quello di aiutarti, perché ogni volta uno arriva a quello che tu hai fatto anche noi siamo colpevoli, ogni volta che questo succede noi perdiamo e paghiamo la nostra disattenzione, superficialità, permalosità. Non so e non posso dire quanto in tutto questo possa essere colpevole la comunità alla quale tu eri più vicina come quella dell’arte contemporanea, ma una strumentalizzazione in questo senso va evitata ed è rischiosa. Ma credo che solo tentando di capirsi di più accantonando, non personalismi, rivalità, concorrenza, ambizione, ecc, ecc, in quanto tutto questo fa parte della vita, ma semplicemente ascoltandosi un po’ di più forse potremmo in alcuni momenti essere più utili gli uni agli altri.
    Dolce Paola c’è stato un periodo che abbiamo avuto modo di frequentarci di più di quanto facessimo ultimamente avendo la possibilità di conoscerci abbastanza, ma non è per questo che ora mi permetto di salutarti dicendoti ti voglio bene e tu lo sai…ma perché credo realmente che tu sia stata una donna, una professionista capace e sensibile che meritava più rispetto. Ma ora è troppo tardi ed anche queste mie poche e stupide righe stonano e stridono.

    pino

  18. Quanta ipocrisia. Chi l’ha conosciuta davvero sa quale dolore immenso l’ha spinta a tanto. Tu cara Manuela Alessandra Filippi che ne sai? Con quale coraggio scrivi? Ti sei solo limitata a portare tristezza e sfortuna. Anche a lei. Lasciala stare.
    Paola, mi manchi.

  19. Ex compagno di liceo che non riesce a capacitarsi…tra le vecchie foto, una condensa il mio ricordo più di altre. Guarda caso in gita scolastica a Firenze. La guardo sorridente e in vezzosa posa teatrale, con il look “giusto” da squinza paninara e quegli occhi scuri e scrutatori. Accidenti è durissima da digerire questa lezione che la vita ci impartisce; ogni tanto la vado a trovare nel paesello vicino al mio, in questo angolo di landa padana. Se volete lo faccio un po’ per tutti voi che più di me l’avete conosciuta e amata. Ciao

  20. Tra poci giorni sarà un anno dalla sua morte… mi domando se qualcuno se ne ricorderà…. non lasciate spegnere il suo ricordo…

  21. Querida Paola

    letras ya inútiles te envío
    acabo de saber tu trágica desaparición
    siento pena y rabia
    aunque lejos en la distancia siempre te sentí cercana
    deseaba presentarte a mi familia
    te esperaba en Chile cualquier día de estos…pero no…
    el destino te deparaba una intensa, dramática y breve vida
    me quedo con tu luminoso recuerdo y ojalá estés en paz donde sea que estés
    te quiere

    Manuela

  22. Cara Paola, qualcuno qui ti pensa e ancora non riesce a capire come sia possibile che tu abbia messo fine alla tua persona così brillante e intelligente… davvero Paola, che dolore…

  23. Ottobre 2009- Qualche giorno fa, all’improvviso, si è affacciato in me il ricordo dei miei anni al ginnasio a Cremona…ho rivisto tutti i volti dei miei compagni di classe di allora e, non ne conosco la ragione precisa, ma – tra tutti – mi sono soffermata a pensare a lei, a Paola che ho conosciuto ad undici anni alle medie e con la quale, rammento, di aver condiviso tanti momenti spensierati durante i nostri tragitti quotidiani liceo-casa..casa-liceo…

    Questa mattina davanti al pc un impulso mi ha portato a interrompere il mio lavoro e a digitare il suo nome per avere qualche notizia di lei attraverso la rete….un tuffo al cuore..nel trovarla la consapevolezza di averla anche già persa…persa l’occasione di scriverle, di salutarla e di congratularmi con lei per il suo brillante avvenire….avvenire folgorante ce non mi ha stupito affatto….Paola era di un’intelligenza vivace, arguta…non comune.

    Davanti alle poche righe che raccontavano di lei sono rimasta pietrificata, incredula…io..non posso nemmeno immaginare quanto dolore Paola, persona di tanto intelletto e spessore umano, abbia potuto provare per arrivare a negarsi la vita.

    Caro Mario, ricordo anch’io la nostra gita a Firenze e ho il tuo stesso ricordo di Paola…bella e sorridente…bastava entrare un poco in confidenza con lei per capire che, oltre alla sua immagine sempre impeccabilmente curata, possedeva una sensibilità d’animo profonda anche se, talvolta, malinconica.

    Cara Paola oggi hai desiderato che ti trovassi…da oggi ti porterò sempre con me.

    Sabrina P.

  24. Cinque anni Paola,
    e ti penso in questa notte insonne come ho fatto in silenzio in questi anni durante tante notti.
    Sono stata arrabbiata con te, pur capendoti più che bene, e ancora mi fai rabbia, una rabbia dolorosa.
    Era trascorsa da poco la Pasqua, come in questo momento. E non era facile allora come non lo è ora, anzi forse è anche peggio. Ma io sono qui, ho resistito, nonostante tutto. Mi manchi, anche se non ci crederesti. Fà che io ti sogni e raccontami qualcosa…
    baci infiniti

  25. La morte non è niente,
    io sono qui nella stanza accanto.
    Perchè dovrei essere lontana dai vostri pensieri solo perchè sono lontana dalla vostra vista?

    Sono solo dientro l’angolo,

    non chiedetevi perchè vi ho lasciato,
    ricordate solo il bene che vi ho voluto.

  26. Oggi mi sono ricordato di te cara Paola, l’ultima volta ci siamo visti su un treno, io venivo da Milano tu sei salita a Firenze, la tua città.
    Ero stato li tempo prima. Viaggiato apposta:a casa tua a Piazza San Marco? Era il tuo compleanno? E ricordo anche un pranzo a casa tue e di Daniella a Roma, al epoca ci si invitava a casa. Poi ii ho preso una postazione per lavorare a Futura.tu eri a Genova, a Milano, per mostre. Abitavamo una Roma che pensava di farcela, per noi stranieri la nostra nuova casa. Eri dolce e bella. In città c’era una energia nuova. Si cresceva tutti. Le mostre erano una più bella dell’altra.
    Sono succese tante cose da allora. Mostre, rassegne, Biennali e Musei.
    Poi un giorno, un lunedì di una settimana qualunque che mi risveglio a Santiago del Cile e leggo che avevi deciso di andartene, posso dirlo? un po’ con te sono morto anch’io. E morta anche quella Roma di allora.
    Oggi ti ho pensato e ho voluto salutarti così, qui siamo in quarentena, sulle mie finestre arrivano le rondini. Fra due giorni forse riusciamo a ricominciare.
    Riposa in pace animo gentile, per che tu eri quello, un’anima gentile, una rondine.

  27. Quanti anni sono passati…
    Io ti ricordo con me, qui a Cremona, mentre giocavamo nel cortile della scuola elementare.
    Non ci posso ancora credere.

  28. Ogni tanto penso a Paola. Ai nostri 12 anni, ai pomeriggi in oratorio, al corso di chiaro scuro fatto insieme, alla sua ironia pungente, straordinaria per quell’ età. Ho sempre pensato, negli anni a venire, crescendo, che ci fosse qualcosa di malinconico dietro a tanta sfrontata intelligenza. Ti ho voluto tanto bene Paola.

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