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No, non si tratta di un banale orologio, bensì di uno spettacolare ed ipnotico lavoro dell’artista Christian Marclay, in funzione 24 ore su 24. Per relizzare il mega video che gli è valso il Leone d’oro alla Biennale di Venezia di un anno fa, Marclay ha preso spezzoni di film dell’intera storia del cinema, da quelli muti sino ai più recenti, dove l’azione, la musica, gli effetti sonori e i dialoghi specificano un momento preciso della giornata, soprattutto attraverso le immagini dello scoccare del tempo negli orologi, tutti sincronizzati in tempo reale. L’artista ha inoltre composto il suono attraverso ticchettii, passi, voci e squilli del telefono. The Clock conta i minuti di una giornata di 24 ore servendosi di lungometraggi come “Mezzogiorno di fuoco”, “Via col vento”, “Laura”, “Il Padrino” e “Arancia Meccanica”. Funziona come un vero orologio, ma coinvolge gli spettatori in un mondo a metà tra la vita reale e un film. La prima proiezione di The Clock a New York si ebbe nel gennaio 2011, alla galleria di Paula Cooper a Chelsea, dove migliaia di persone rimasero in fila sotto la neve per poter ammirare l’opera. Oltre Venezia, durante l’anno The Clock è poi approdato al Museum of Fine Arts di Boston, al Museum of Contemporary Art di Sydney, al Centre Pompidou di Parigi e presso la Hayward Gallery al Southbank Centre di Londra. E ora, dal 13 luglio, per venti giorni, l’opera tornerà nella Grande Mela, presentata direttamente in un teatro appositamente costruito nel David Rubenstein Atrium a Broadway tra la nei pressi della 63esima strada. L’ambiente, caratterizzato da tende di velluto ed enormi divani, sarà a metà tra una sala proiezioni e un confortevole soggiorno di casa. Sembra insomma quasi tutto pronto per immergersi nello scorrere del tempo, in un’epoca dove “perdere tempo” a guardarlo sembra un’azione impossibile. In questo caso, invece, è solo questione di aspettare lo scoccare dell’ora. (Francesca Iani)