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I fori dei proiettili interrompono la monotonia di un muro di mattoni bianchi, una sala viene umidificata dall’acqua usata negli obitori, un pavimento viene lavato da una mistura di acqua e sangue. Brutali, scioccanti e reali, sono le opere di Teresa Margolles che sarà ospite di Albumarte, spazio no profit con sede a Roma, in occasione di “Donne (non più) anonime. Confronto sul femminicidio”, serie di incontri a cadenza bimestrale, a cura di Daniela Trincia. Il 5 giugno, Margolles, nata a Culiacán, città messicana tristemente nota per i violentissimi scontri tra i cartelli dei narcotrafficanti, insieme al curatore Angel Moya Garcia, parlerà delle cause e delle conseguenze sociali delle uccisioni, di quanto sembrano normali certe morti cruente, di come può apparire ovvia la povertà, la violenza sociale e di genere, dell’appiattimento delle sensazioni e delle emozioni di fronte alla preponderanza delle immagini.