È diventata oramai un appuntamento fisso, per galleristi ed operatori di settore, l’anteprima ad
ArtVerona dei risultati del
Laboratorio sul Commercio Beni Artistici, curata da Stefano Stanzani per Nomisma. L’indagine traccia un profilo interessante e per certi aspetti inaspettato di questo frangente di mercato, caratterizzato da una incertezza economica che sembra colpire con più intensità soprattutto gli attori presenti da meno tempo sulla piazza e quindi più sensibili alla volatilità della domanda.
Conclusione interessante del report è infatti che – contrariamente a quanto potremmo immaginare – a fronte di una domanda in notevole calo non si è registrata una forte diminuzione dei prezzi medi, benché alle aste vi sia stata una contrazione a doppia cifra rispetto i valori molto elevati registrati tra il 2007 ed il 2008.
Se internet non pare uno strumento ancora in grado di fare mercato o di stimolarlo (pur rappresentando una vetrina per tanti curiosi non
art addicted), la risposta più interessante delle gallerie – più accentuata per gli operatori più giovani che non possono far conto su un collezionismo radicato – pare essere la maggior partecipazione alle pur costose fiere, alla ricerca di potenziali nuovi acquirenti. Peccato però che a fronte di tutti questi sforzi l’età media dei nostri collezionisti sia ancora molto elevata (45-60 anni).
Inevitabilmente, a questo punto, parrebbe opportuno aiutare il mercato anche con strumenti di natura fiscale e con la diminuzione dell’iva. Ma vista la sensibilità della nostra classe politica, la sensazione è che fra vent’anni ne staremmo ancora parlando. (
daniele capra)
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www.nomisma.it/index.php?id=53
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Ecco il nocciolo della questione che andrebbe sviluppato in profondita'( magari in un articolo specifico):tutti i problemi di ricambio generazionale, di alleanza dei "giovani artisti" con i loro genitori ed i loro nonni,e dell'incapacita' di competere dell'arte italiana a livello internazionale stannno nel legame indicato in questa "news" da Daniele Capra fra IVA e vecchiume dei collezionisti.
Dobbiamo metterci in testa che la "stagnazione" dell'arte contemporanea italiana e' dovuta a questo motivo principale: il rapporto fra gli artisti e chi li sostiene economicamente:
Se la media d'eta dei collezionisti che possono accedere a risorse ragionevoli e' superiore ai 50 anni e' oltremodo naturale che i linguaggi che riescono ad affermarsi nel nostro paese non possano che riflettere la cultura artistica di quella generazione che e' portata a preferire, e finalmente poter permettersi di comprare,i maestri-divenuti ormai nonni, oppure, i nipotini, purche' continuatori di quegli stessi linguaggi ormai sfibrati e incapaci di competere con le novita' che arrivano da mezzo mondo.
Il sistema Italiano dell'arte e' in ritardo su tutto di almeno 20/25 anni per questo motivo.
Tutti gli aspetti del sistema di cui ci lamentiamo sono ricadute di questo problema principale.
Meglio cominciare a pensarci seriamente.