Uno dei suoi lavori “scultorei” era stato tra i più fotografati dell’edizione 2015 di Frieze London: due giovani ragazze in giro per la fiera, unite come gemelli, da una lunghissima e unica massa di capelli lunghissima. Avevano affascinato, divertito e turbato gli spettatori: era Capillary Xiphopagus Between Us, opera concepita nel 1984 dall’artista Tunga, scomparso a 64 anni.
Tra i più importanti artisti brasiliani della sua generazione, meglio conosciuto per la sua audacia, elaborata con sculture surrealiste, installazioni, video e performance che trattavano argomenti come il desiderio, l’enigma e i rituali, Tunga era il figlio del poeta e giornalista Gerardo Melo Mourão e dell’attivista Léa Barros.
Provocatorio da tempo immemore (nel 1974, a soli 22 anni, ebbe la sua prima mostra intitolata Museu da Masturbação Infantil al Museo d’Arte Moderna di Rio de Janeiro), Tunga da sempre era stato affascinato dal corpo, dalle sue funzioni, dai suoi componenti: ossa e teschi, capelli, denti, liquidi, che erano entrati a turno al MoMA di New York, al LACMA, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, al Moderna Museet di Stoccolma, mentre nel 2006 la sua monumentale installazione A la Lumière des Deux Mondes era stata messa sotto la piramide di vetro al Louvre. Alla Biennale di Venezia nel 1995 e nel 2001, a Documenta nel 1997, aveva anche partecipato a quattro Biennali di San Paolo (1981, 1987, 1994, 1998).