21 luglio 2006

Addio a Ugo Attardi, poliedrico e coraggioso attraversatore del Novecento

 

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Ugo Attardi (Foto Simone Navarra)Lo scorso anno Piero Dorazio, e poi Pietro Consagra. Ora con Ugo Attardi – scomparso a Roma all’età di 83 anni – se ne va un altro dei “ragazzi” di Forma 1, di quella generazione “di mezzo” del Novecento, a cui toccò l’ingrato compito di rappresentare un momento storico difficile, quello della fine delle avanguardie, della guerra globale, dell’azzeramento. Era il prototipo dell’artista poliedrico, Attardi. Chi avesse conosciuto i suoi lavori della maturità, faticherebbe a comprendere come abbia potuto essere uno degli animatori del gruppo aniconico per eccellenza, nell’Italia del dopoguerra. Nato nel 1923 a Sori (GE) da genitori siciliani, dopo gli studi iniziali al liceo artistico di Palermo si trasferisce a Roma nel 1945, dove comincia con Guttuso la sua attività di pittore. Ma la vicinanza con il grande realista non comportava assolutamente una condivisione di prospettive, che anzi entro breve si faranno antitetiche. Nel 1947 infatti – con Accardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Maugeri, Perilli, Sanfilippo e Turcato – dà vita al movimento astrattista “Forma 1”, dal quale però sarà il primo a staccarsi, per recuperare un figurativismo mai però didascalico. Nel 1952 e nel 1954 partecipa alla Biennale di Venezia e a partire dagli anni ’60 prende parte a numerose esposizioni all’estero. “Nei primissimi anni sessanta – ricorda Massimo Riposati, in una testimonianza affidata ad Exibart– un importante sodalizio con Vespignani e Muccini gli farà produrre quelle che io ritengo le sue opere più significative in pittura: ricordo dei primi anni sessanta un ritratto di Papa morente di intensità e spessore poetico straordinario”. Noto anche come scrittore, Ugo Attardi vince nel 1971 il Premio Viareggio per la narrativa, con il romanzo L’erede selvaggio. Dalla metà degli anni ’70 scolpisce i grandi cicli monumentali dedicati alle imprese di Cortes e di Cristobal Colon e successivamente della Rivoluzione francese. “Un importante intellettuale ed un uomo di grande coraggio – chiosa Riposati -, audace nelle scelte estetiche ed indimenticabile compagno di tante avventure”.

[exibart]

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