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È stato uno dei più grandi maestri dell’Informale, di quella corrente che prese il nome di “Astrattismo lirico” negli anni Cinquanta. Si è spento oggi, a 91 anni, all’ospedale Ambroise-Paré de Boulogne-Billancourt, il grande pittore Georges Mathieu, uno dei più famosi artisti francesi a livello mondiale. Era nato nel 1921 e, insieme a Tàpies e Dubuffet, aveva risposto all’Espressionismo Astratto americano del secondo dopoguerra, a Pollock e De Kooning, con una serie di opere dalle calligrafie nervose, dipingendo spesso in pubblico.
È nel 1947 che nasce l’”astrattismo lirico”, presentato per la prima volta alla Galleria Luxembourg di Parigi, che si poneva in netta contrapposizione all’astrattismo geometrico, un medium visto da Mathieu come la possibilità «di mettere in atto immediatamente il progetto: riunire tutto ciò che reputo costituisca quanto di più vitale, assemblare le opere in un’esposizione in cui vengano collocate temporalmente, cioè mettendo in risalto come e perché questo genere pittorico che nasce non ha nulla a che vedere con ciò che continua a essere mostrato come contemporaneo». L’astrattismo lirico per Mathieu non era fine a se stesso, si trattava piuttosto del fondamento di un’etica, di una filosofia e di un’idea politica, che accompagnava l’artista in un’idea totale di movimento, rapidità, riflessione e meditazione al di là delle estetiche. Una delle ultime personali che l’avevano visto protagonista in Italia era stata nel 2003, promossa dalla Fondazione del Gruppo Credito Valtellinese, a Palazzo delle Stelline di Milano.