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Tutto nasce dalla passione per il cosmo e dagli elementi fisici che compongono la natura, quella “scienza che spiega un miracolo che non riusciamo mai a spiegare, e di cui l’arte ce ne dà interpretazione”, come scriveva Ray Bradbury. Un claim azzeccato per Alberto Di Fabio, che mercoledì sarà al CERN di Ginevra, l’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, per spigare il proprio lavoro in occasione, anche della personale che l’artista aprirà giovedì nella sede ginevrina di Gagosian. Insieme a Di Fabio, classe 1966 e di base tra Roma e New York, vi saranno Ariane Koek, Responsabile dell’International Arts al Cern, e la curatrice Eszter Csillag.
Reazioni chimiche, fusioni minerarie, atomi e sistemi neuronali in chiave macroscopica sono gli elementi con cui il pittore lavora, creando una serie di immagini che ripercorrono anche le forme della perfetta geometria scientifica, che trova anche sulle sue opere realizzate sulla carta di riso una componente scultorea, quasi ad organizzare lo spazio come una concatenazione cellulare, di dna.
Nello spazio svizzero di Gagosian, invece, una serie di nuovi lavori ispirati alla “particella di Dio”, il bosone di Higgs scoperto proprio a Ginevra, e che secondo la teoria permea l’universo conferendo la massa alle particelle elementari. Storia di una fascinazione perenne, dall’infinito nutrimento. L’appuntamento è per il 2 aprile, alle 13.