Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Da sempre è interessato alle relazioni tra uomo e ambiente, e da sempre chiede al pubblico di cambiare il proprio sguardo nei confronti della percezione delle cose. Ora Olafur Eliasson sbarca a New York con The Collectivity project, ovvero una vagonata di Lego bianchissimi sulla High Line. Eliasson ha concepito il progetto come un modo per unire le persone e permettere loro di creare una società utopica, anche se solo in forma di miniatura. Fino al 30 settembre, quindi, tra la sezione della 10th Avenue e la West 30th Street, potrete contribuire con la vostra creazione, associata a quella di 10 dei più importanti studi di architettura della città, tra cui Diller Scofidio + Renfro (che hanno progettato anche l’anfiteatro al termine della High Line, in costruzione) Bjarke Ingels Group, Renzo Piano Building Workshop, e SHoP Architects che hanno contribuito a strutture che comprendono tutto lo scibile in tridimensione: da intricati grattacieli ad un piccolo, fragile albero.
Presentato per la prima volta in Norvegia e Albania nel 2005, The Collectivity Project è la prima volta che sbarca negli Stati Uniti: «Penso non abbia senso parlare di individualità, se non si dispone di un senso di collettività», ha dichiarato l’artista. E in un luogo come l’America, e New York, questa piccola azione è la prova del nove.