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C’è anche
Mona Hatoum fra i protagonisti di
Invito al Contemporaneo, ciclo di incontri con artisti, critici e curatori promosso dalla Fondazione Querini Stampalia in una Venezia che si prepara con l’abituale coralità a vivere gli ultimi dieci giorni prima della vernice della Biennale. Riflessioni aperte sulle dinamiche, i linguaggi e le prospettive del pensiero contemporaneo, “
che volgono lo sguardo alle esperienze più significative del nostro tempo”. Quattro gli incontri previsti, organizzati in collaborazione con il Consorzio Venezia Nuova, per presentare alcuni tra i numerosi artisti in città con i propri lavori in occasione della rassegna. Da
Yoko Ono, che presenta il progetto per la Fondazione Bevilacqua la Masa
Anton’s Memory, a Mona Hatoum appunto, con
Interior Landscape, agli artisti di
Venezia, Catalunya. The Unavowable, il padiglione catalano ai Magazzini del Sale, fino a
Fiona Tan, che con
Disorient occupa il padiglione Olanda ai Giardini. Mona Hatoum “gioca” in casa, visto che proprio alla Querini Stampalia presenta per tutta l’estate la prima tappa di
Conservare il futuro, ciclo di progetti dedicati al rapporto fra arte antica e contemporanea, tra un passato da tutelare e un futuro da progettare. Ed è tutto da progettare, o meglio da ri-costruire, l’avvenire cui alludono le venticinque opere dell’artista (nata in Libano da genitori palestinesi), molte delle quali in prima assoluta europea. La Hatoum “dialoga” inoltre con lo spazio museale adoperando gli oggetti e i mobili esposti come contenitori o cornici, sia per nuovi lavori che per opere di repertorio, che grazie a questo inusitato allestimento si caricano di nuove suggestioni.