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Mostre così a Bologna non se ne vedono da alcuni anni. E, sotto certi punti di vista, va bene così. Perché la mostra di cui vi stiamo parlando fa parte di quelle grandi esposizioni il cui richiamo mediatico fa eco già prima di vederle allestite, e se ne scrive e se ne parla a tutti i livelli anche nei mesi di attesa.
A Bologna di “Body Worlds” di Gunther Von Hagens ne discutono da tempo la Curia, il Comune e l’Università, nonché i cittadini, con accanite prese di posizione. Naturalmente il contenuto dell’esposizione apre a ovvie controversie: si tratta infatti di corpi umani morti e plastinati con il metodo brevettato dal medico “artista” Von Hagens circa quaranta anni fa, consegnati alla storia dell’umanità in un allestimento tipicamente museale.
Ed è così che una mostra esprime tutta la sua dirompenza, diventando un evento socio-culturale, occasione di profonda riflessione sull’evoluzione della scienza medica e dell’arte contemporanea. Bologna, scelta per le sue caratteristiche morfologiche che la connotano da sempre come crocevia di strade e di saperi differenti, propone già da secoli diverse importanti collezioni di pezzi al confine tra la rilevanza storico-artistica e l’evidenza didattica nei musei dell’Ateneo, a molti sconosciuti.
Nel caso di “Body Worlds” si discute del limite che l’arte e la scienza toccano sensibilmente esibendo “il vero mondo del corpo umano”. Ma l’arte e la scienza proprio in questo caso hanno già superato il sensibile limite etico di cui si parla, in quanto la raccolta di Gunther von Hagens è stata già esposta con diversi allestimenti in altre ottanta città del mondo – tra cui Milano, Napoli e soprattutto Roma, capitale del cattolicesimo – raccogliendo moltissimo pubblico.
Resta da scegliere se condividere o meno la direzione in cui sta andando l’uomo, quando ancora vivo e pensante, e attendere l’arrivo in città della mostra più famosa e discussa a Bologna nel 2013.
Prodotta da Arts & Sciences Italy, la mostra è nei locali che fino al 2008 ospitavano la collezione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel quartiere Fiera.
Peccato che per la riconsegna degli spazi riammodernati si sia scelta la peggiore mostra itinerante degli ultimi anni, capace però -purtroppo- di mettere d’accordo grandi e piccini, sotto la luce di un falso mito illuministico.