Arte-terapia. Una disciplina che si studia da anni e che recentemente ha trovato parecchia visibilità anche grazie al metodo Video Insight di Rebecca Russo. Nella scorsa edizione di Artefiera la Russo ha guidato il pubblico interessato in una ricognizione tra alcuni stand dove l’incontro con l’opera diventava un momento unico di condivisione di emozioni, di un sentire attraverso il pathos e l’interpretazione dei significati. Una pratica che si svolge anche in istituti di riabilitazione veri e propri come l’Opg (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Una Struttura che a causa del decreto “Svuotacarceri” chiuderà i battenti fra un anno anche se, ribadisce il direttore Antonio Calogero, è «difficile che le Regioni siano in grado entro il 31 marzo 2013 di garantire strutture sanitarie piccole per ospitare chi uscirà dall’Opg, ma ancora vincolato al regime detentivo». Perché parliamo di tutto ciò? Perché anche all’Opg in qualche modo si pratica l’arte da oltre vent’anni. L’atelier è tenuto da Silvana Crescini che si è occupata anche di far conoscere agli utenti le opere dell’Art Brut e quelle conservate nelle collezioni del Musée de la Création Franche di Bègles e al Mad Musée di Liegi: «già dieci anni fa mi venne l’idea di tenere anche un corso di storia dell’arte, proiettando dvd sul grande schermo. Anche in questo caso chiedo l’iscrizione, perché voglio che la cosa sia presa seriamente. E’ stato un successo, vengono in una trentina, uomini e donne che fanno amicizia fra loro, e stanno attentissimi» afferma la Crescini. L’arte dunque, sia contemporanea -e fruita attraverso l’osservazione- come nel caso di Video Insight che nel 2010 ha aperto anche uno spazio a Torino, sia prodotta dagli stessi utenti guidati da un supporto teorico e psicologico, si pone come metodo per cercare di armonizzare il proprio io, come via d’uscita -forse però non definitiva- per i problemi legati alla scissione dalla razionalità e alle reazioni inconsulte dell’anima.