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Lorenzo lo definisce innanzitutto un disco sfacciato, e a ben pensarci non ha tutti i torti. Ma, come sempre con i suoi dischi, Il quinto mondo sfugge le definizioni, o meglio, sta stretto dentro una sola. E’ un disco naif, forse il più naif che ha fatto perché si carica anche del valore naif dei dischi precedenti. E’ un disco leggero, brioso, più di quanto non fossero L’albero e Capo Horn, e al tempo stesso è un disco sopra le righe per quanto sa essere diretto e ‘frontale’ nell’approccio. E’ un disco di Jovanotti, e ancora una volta risponde più al credo del suo autore che alle esigenze/richieste del mercato, che da anni vorrebbero da Lorenzo un ritorno in grande stile alla musica festaiola o pop più allineata.
La volontà di Lorenzo di aprirsi a tutte le possibili sinergie visive e concettuali ha portato questo disco a essere la prima testimonianza di un nuovo modo di intendere le possibili collaborazioni extra artistiche musicali. Da questo la ferma intenzione di invitare, con il prezioso aiuto della critica e curatrice Fabiola Naldi, l’artista ungherese Antal Lakner presente all’interno del Padiglione Ungheria dell’appena trascorsa Biennale di Venezia.
All’interno del libretto del cd si avrà così la possibilità non solo di leggere i testi delle canzoni ma anche di entrare in contatto con un “altro mondo” quello di Antal Lakner appunto, che entusiasta ha permesso la pubblicazione fotografica dei suoi ultimi lavori. (comunicato stampa)
[exibart]