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Un altro grande gruppo francese legato alla moda, al design e alla distribuzione, si è dedicato alla promozione dell’arte contemporanea. Si tratta dei grandi magazzini Lafayette, che hanno istituito il Fonds de Dotation Famille Moulin, costituito da 200 opere di arte contemporanea internazionale, collezionate negli ultimi dieci anni dagli eredi del fondatore dell’impresa. Da questo nucelo, nel 2013, è scaturita la Fondation d’entreprise Galeries Lafayette, il cui primo investimento significativo è stato il centro culturale Lafayette Anticipations.
Il Centro ha aperto i suoi battenti il 10 marzo scorso, a Parigi, nel Marais, in un edificio industriale della fine del XIX Secolo, ristrutturato da Rem Koolhaas e dallo studio OMA – primo incarico a Parigi dei progettisti della Fondazione Prada a Milano e del Fondaco dei tedeschi a Venezia – presentando per la prima volta in Francia l’artista americana Lutz Bacher, con la mostra “The Silence of the Sea”, concepita apposta per quegli spazi. A questa mostra sono seguite “As deep as i could remember, as far as i could see”, dello svedese-palestinese Tarik Kiswanson e, dal 20 giugno al 9 settembre, l’esposizione collettiva “Le centre ne peut tenir”.
Quest’ultima mostra è il vero banco di prova delle intenzioni dell’innovativo progetto della fondazione di rue du Plâtre. Sostenere i giovani artisti e la creatività nelle sue moderne espressioni: dalle arti plastiche alla moda, dal design alle arti performative. Offrire un luogo alla creatività in cui stilisti e designer, artisti, performer e creativi possano lavorare e scambiarsi esperienze in presenza anche di un pubblico avvertito mentre producono. Promuovere, oltre alle mostre, la produzione di opere d’arte e offrire atelier ad artisti e designer per realizzare opere e modelli. Aprire uno spazio di vendita per oggetti d’uso e artistici, capi d’abbigliamento prodotti nel centro o nel segno dei marchi del gruppo.
Gli artisti partecipanti a questa iniziativa sono stati selezionati per eseguire le opere da loro proposte negli spazi del centro, sfruttando la particolare distribuzione della grande torre progettata da Koolhaas, caratterizzata da livelli a giacitura variabile, sia in verticale che in orizzontale. Nel rispetto del bando, le opere sono originali, in massima parte prodotte nel centro, tutte a spese di Lafayette Anticipations e potranno anche essere acquisite dalla Fondazione. “Le centre ne peut tenir” è il titolo di un poema di W.B. Yeats permeato dal sentimento di sofferenza per un mondo che perde di significato mentre lo spirito della collettiva concepita e curata da François Quintin, Andrés Jaque e altri, ne ribalta il senso dandogli un valore propositivo.
Il gruppo di artisti internazionali che partecipa alla collettiva con film, installazioni, performances, sculture e ricerche sulla cultura alimentare è composto da Isabelle Andriessen, Lucy Beech, Ève Chabanon, Daniel Fernández Pascual e Alon Schwabe della Cooking Sections, Julien Creuzet, Danielle Dean, Kenny Dunkan, Rana Hamadeh, Paul Maheke (in collaborazione con Ligia Lewis e Nkisi), Jumana Manna, Yuri Pattison, che espongono i risultati molto differenti e interessanti delle loro ricerche sui temi comuni della costruzione di sé, in quest’epoca di instabili frontiere in movimento, e dell’urgenza di riconsiderare il valore dell’interazione con la realtà, sia a scala locale che globale.
Fra tutte le opere, una delle più rappresentative è Tidal Spill, dell’olandese Isabelle Andriessen, che propone la trasformazione vitale incessante di vari oggetti/sculture sottoposti a trattamenti chimici o ellettromagnetici che determinano processi di metabolismo o di corruzione materica imprevedibili. (Giancarlo Ferulano)