Un rapporto di 120 pagine getta una nuova luce sul caso di Beatrix Ruff, assolvendo l’ormai ex direttore dello Stedelijk Museum di Amsterdam che, a ottobre 2017, si era dimessa a seguito di un presunto caso di conflitto di interessi.
Ruf era stata accusata di mancanza di trasparenza nei negoziati con i principali donors e sostenitori del museo olandese e per il suo servizio di consulente artistico in altre realtà, dalla giuria per diversi premi alla direzione della JRP Ringier Kunstverlag AG, incarichi che, secondo quanto riportato dalla stampa olandese e in particolare dal quotidiano liberale NRC, dovevano essere incompatibile con la sua posizione di direttore. Casus belli, una donazione di 600 opere da parte di
Thomas Borgmann, annunciata l’anno scorso, tra cui figurano pezzi di
Wolfgang Tillmans,
Lucy McKenzie e
Cosima Von Bonin. Borgmann doveva inoltre prestare a lungo termine un gruppo di dieci opere monumentali e grandi installazioni di
Isa Genzken e
Martin Kippenberger ma pare che la donazione fosse uno scambio: il museo avrebbe infatti acquisito opere di
Michael Krebber, di proprietà del donatore, per 125mila euro ciascuna, nonché una installazione monumentale
Matt Mullican, per 750mila. La notizia fece subito scalpore e immediati furono gli appelli per sostenere l’ex direttore,
tra i quali una petizione firmata da
Marina Abramovic,
Rem Koolhaas,
Sadie Coles, Wolfgang Tillmans,
Stefan Kalmár,
Philip Glass e
Laurie Anderson.
Nel rapporto redatto dagli investigatori esterni, gli specialisti legali Sjoerd Eisma e Jan Peeters, non solo si è messo in evidenza come Ruf avesse rispettato il Dutch Cultural Governance Code ma sono state mosse anche aspere critiche nei confronti del Consiglio di sorveglianza dello Stedelijk, per la gestione della questione. «Sono gratificata dal lavoro degli investigatori che mi hanno completamente scagionata. Contrariamente alle storie diffuse dalla stampa, la conclusione è che io ho sempre agito con integrità, tutte le mie attività collaterali erano state approvate. Ma soprattutto sono stata toccata dalla loro conclusione, che afferma come io mi sia sempre dedicata, corpo e anima, allo Stedelijk», è la dichiarazione di Ruf.
Intanto, le sue dimissioni hanno sortito anche altri, inevitabili strascichi. Il 12 giugno, infatti, tre dei suoi membri hanno rassegnato le dimissioni, tra cui la presidente Madeleine de Cock Buning e il museo rimane gestito dall’amministratore delegato, Jan Willem Sieburgh.