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Una forma viva, aperta al passaggio delle stagioni e alle attività delle persone, un teatro universale dove lo spettacolo della natura e quello dell’uomo possono convivere. Questo sarà il profilo dello spazio compreso tra i due estremi di Amphisculpture, l’opera ambientale che Beverly Pepper ha pensato per il Parco del Sole di L’Aquila. L’installazione rientra nell’ambito del progetto di riqualificazione del parco promosso da ENI e nel programma di Nove Artisti per la ricostruzione, a cura di Roberta Semeraro, proposto nel 2010 al Comune dell’Aquila in seguito al dibattito apertosi nell’ambito della Biennale d’Architettura del 2009. E c’è di più, perché, tramite la Fondazione Carispaq, l’artista che da tempo vive e lavora tra New York e Todi e che prima ancora, negli anni ’50, frequentava gli ambienti intellettuali romani, ha appena donato alla città due sue sculture storiche, le colossali Colonne di Narni, realizzate negli anni ’70, che saranno allestite a segnare l’entrata di Amphisculpture.
Pepper studiò pittura con Fernand Léger, frequentò lo studio di Constantin Brâncuși e oggi è considerata tra i pionieri della Land Art. Le sue opere dalle proporzioni organiche, hanno sempre instaurato un contatto funzionale con il paesaggio e con le comunità. In Italia sono conservate molte sue opere ed è di pochi mesi fa la notizia della prossima istituzione di un parco, a Todi, con molte sue sculture. La cavea di Amphisculpture poggia sulla naturale pendenza del luogo, come da classici trattati di architettura, mentre per il proscenio è stata impiegata una pietra rosa calcarea che richiama quella della facciata di Santa Maria di Collemaggio, basilica contigua i cui restauri sono stati finanziati ancora da ENI. La struttura aprirà nella primavera del 2018 e inciderà su un’area di 3mila quadri, diventando il più grande spazio per spettacoli all’aperto del centro Italia.