Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il Mondriaan Fund ha scelto: sarà l’artista Wendelien van Oldenborgh (1962), curato a Lucy Cotter (1973) a rappresentare l’Olanda alla Biennale Arte 2017. La giuria, presieduta dal regista Birgit Donker, e composta dai curatori Lorenzo Benedetti e Miriam West, dal direttore del MAMA Nathalie Hartjes, e dall’artista Aernout Mik, ha scelto Oldenborgh tra una shortlist che comprendeva i nomi di Renzo Martens, Jennifer Tee, Erik van Lieshout e Melanie Bonajo.
Il progetto? Si intitola “Cinema Olanda”, e si focalizza sulla complessità delle relazioni sociali che si manifestano attraverso una serie di gesti visti nella sfera pubblica. La sua proposta per la Biennale di Venezia “è stata scelta per la sua alta qualità e la pertinenza alle attuali tensioni sociali, palpabili in Europa in generale e nei Paesi Bassi in particolare”, recita il comunicato.
L’artista creerà tre nuovi film per il Padiglione olandese, che esplorerà i capitoli meno evidenti della recente storia post-coloniale olandese, che Van Oldenborgh propone come chiave per lo sviluppo di una nuova immagine del sé nazionale.
«È un onore, un piacere e una grande responsabilità. Questo è un momento meraviglioso per condividere le trasformazioni in atto nella società olandese con un pubblico internazionale», è stato il commento dell’artista.
Nelle foto: Wendelien van Oldenborgh. Courtesy Dutch Art Institute