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Non è un uomo, è un mito vivente Bob Dylan. E da oggi non è solo emblema vivente del rock, ma anche Premio Nobel.
L’Accademia Svedese ha infatti deciso di assegnare il più alto riconoscimento per la letteratura, in questo caso, al cantautore statunitense “per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della grande tradizione della musica americana”.
Nato nel 1941, Dylan è stato anche scrittore, poeta, attore, pittore, scultore e conduttore radiofonico, e nei suoi testi da sempre ha affrontato temi politici, sociali e filosofici, sfidando le convenzioni della musica pop e appellandosi alla controcultura e spaziando dal country al rock al blues al jazz e infilandosi anche nella musica popolare inglese, nonostante gli esordi che l’hanno consacrato siano stati proprio legati al folk-rock, con l’album Bringing it all back home, del 1965.
La ciliegina sulla torta di una carriera che, in realtà, di premi ne visti a pioggia: nel 1991 arrivò il Grammy Award alla carriera e dieci anni dopo il Premio Oscar per la canzone Things Have Changed, dalla colonna sonora del film Wonder Boys, il Premio Pulitzer nel 2008, la National Medal of Arts nel 2009 e la Presidential Medal of Freedom nel 2012. Nel 2015, invece, Rolling Stones lo ha messo primo nella lista dei 100 migliori cantautori del mondo. Congratulazioni, in questo caso, è dire poco.