26 gennaio 2012

Bologna/il Padiglione Esprit Nouveau come deposito degli oggetti smarriti? No, sono gli effetti personali degli artisti in vendita

 

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Metti insieme un collettivo di curatori (Francesco Calzolari, David Casini, Viola Emaldi, Irene Guzman, Valentina Rossi, Marco Scotti, Sissi) che chiedono a una serie di artisti italiani e internazionali, tra gli altri: Francesco Arena,  Zimmerfrei, Flavio Favelli e Jonathan Monk, di esporre in forma anonima da uno a tre pezzi dei propri effetti personali che il pubblico potrà comprare a 9 euro e 99 centesimi. Nasce così “Personal Effectonsale” al Padiglione Esprit Nouveau della Fiera di Bologna. Un’esposizione che si presenta come una mega installazione che offre oggetti, ricordi, strumenti di lavoro, suggestioni, indumenti e chi più ne ha più ne metta. Accumulati dagli artisti che hanno accettato di “mettersi in mostra” e di essere acquistati come in un mercatino di collezionismo low cost. Perché in fondo di questo si tratta: riattivare la funzione di questi cimeli acquistandoli, portandosi a casa una fetta dell’anima dell’artista anche se, e qui viene il bello, la paternità degli oggetti verrà scoperta dal compratore solo dopo l’atto dell’acquisto, con la consegna del certificato di proprietà firmato dall’artista. Compere anonime fino in fondo, guidate solo dalle affinità elettive. (m.b.)

5 Commenti

  1. Una porcheria, bah…
    Come sempre, oggi per oggi, qualsiasi cosa vale più che l’arte stessa.
    E come sempre, queste trovate ingegnose di chi manipola il mercato e dice cosa è “in” e cosa è “out”… (critici, mercanti, curatori, ed specie varie…

  2. Sicura? Ma hai preso parte all’evento? A me la tua sembra una conclusione semplicistica a priori e una critica sterile, come spesso avviene, senza cognizione di causa.
    A me l’operazione è piaciuta molto, partita da una riflessione profonda sul valore dell’oggetto, non dell’opera d’arte, attenzione!

  3. Hanno ragione Debora e il critico italiano, ma quale “riflessione profonda sul valore dell’oggetto” (che poi affetto/effetto personale o no ha un valore già dichiarato: 9 euro e 99 centesimi)diamo valore ad altro e non a queste sciocchezze. Ma è pur vero che anche i curatori, come tutti, devono lavorare… 😉

  4. Penso sia sempre molto facile criticare il lavoro degli altri “tanto per farlo”. A me è sembrato un progetto molto ben curato, in ogni suo passaggio. Dalla comunicazione all’allestimento. Ha attivato numerose dinamiche intorno all’oggettto-feticcio che sappiamo avere un’ importanza fondamentale per molti artisti. (e se guardiamo la maggior parte degli artisti selezionati hanno incentrato la loro poetica proprio sull’oggettualità). Così come sono state numerose le riflessioni che ne sono scaturite. Per fortuna ci sono pareri discordanti ma io mi sento di fare i complimenti a tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto sperando possa avere un seguito.

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