29 gennaio 2016

Bologna/In città. Quanto è scultorea la fotografia? Scopritelo ne “La Camera” di Palazzo de’ Toschi

 

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Terza tappa per il progetto curatoriale di Simone Menegoi, The Camera’s Blind Spot III (in questa versione intitolata La Camera. Sulla materialità della fotografia), che dopo il MAN di Nuoro e  alla Extra City Kunsthal di Anversa approda in Emilia nei locali di Palazzo De’ Toschi, in piazza Malpighi, promossa da Banca di Bologna nel suo primo avvicinamento all’arte contemporanea. Ed è un avvicinamento coraggioso, perché trattasi di una mostra non facile, attentamente studiata e da osservare con altrettanta attenzione, che riporta alla luce – nella nostra epoca di riproducibilità tecnologica – le abilità di una serie di artisti contemporanei internazionali nel confronto con tecniche di “impressione” fotografica antiche, dall’ambrotipia al dagherrotipo alla camera stenopeica, con risultati sbalorditivi, curiosi, e quasi esclusivamente in bianco e nero. 
Verrebbe da dire si tratti di una mostra d’altri tempi, ma di una modernità sconcertante, quasi a bypassare il presente per un balzo unico dal passato al futuro. Da Paolo Gioli a Linda Fregni Nagler, da Franco Guerzoni a Carlos Vela-Prado, da Marie Lund a Luca Trevisani a Simon Starling, esposizioni lunghe o brevi, lunari o naturali, vi accompagneranno in una nuova dimensione delle immagini. Decisamente plastica. 

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