È una giovane studiosa tedesca la prima vincitrice del Premio Federico Zeri riservato alle tesi di dottorato di ricerca sulla storia dell’arte in Italia, discusse negli ultimi due anni accademici. Il lavoro di Brigitte Sölch dell’Università di Augusburg (Baviera) -intitolato Francesco Bianchini (1662-1729) e l’inizio dei Musei pubblici a Roma– ha prevalso sulle 22 opere presentate da studiosi di tutta Europa. La giuria, riunitasi a Villa Medici, ospite dell’Accademia di Francia a Roma, ha selezionato una rosa di tre soli finalisti, invece dei cinque previsti dal bando. La tesi vincitrice viene premiata con la pubblicazione, da parte di Skira editore, nella collana intitolata a Federico Zeri. Agli altri due finalisti –Cecilia Martelli, dell’Università La Sapienza di Roma con il saggio Studi su Bartolomeo della Gatta pittore della Cappella Sistina e miniatore e Vito Zani, dell’Università degli Studi di Milano con il saggio Gasparo Cairano e la scultura monumentale del Rinascimento a Brescia (1489 – 1517)– vanno 5.000 euro ciascuno.
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Auguri ai vincitori. Ma non credo ai premi e alla competizione e alle giurie. Credo nella libera ricerca, fatta onestamente e senza pretendere nulla in cambio. Federico Zeri è stato sempre contrario alla cultura gerarchizzata e incanalata nei canali istituzionali, spesso corrotti e falsi.Egli era uno spirito libero e libera dovrebbe rimanere la ricerca storico-artistica. Mi sbaglierò, forse sono un utopista al di fuori del tempo e della storia, ma la ricerca non ha bisogno di premi e premiucci, specie poi in nome di chi questo modo di fare lo detestava.