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Per tutti è ormai familiare con il nome di maxi piercing del Pecci, efficace nomignolo coniato proprio sulle nostre pagine. Questo infatti ha evocato in molti osservatori l’anello in bronzo che caratterizzerà il progetto per l’ampliamento del Centro Pecci di Prato, i cui lavori – come Exibart può documentare con la foto che vedete sopra – hanno ora avuto inizio.
Un museo di nuova architettura, cosa rara in italia; un surreale anello metallico progettato da Nio Architecten che, connettendosi al vecchio edificio di Italo Gamberini, ne modificherà spazi e modi d’uso.
Nell’attesa dei nuovi spazi, il museo promuove intanto l’importante mostra Alla maniera d’oggi. Base a Firenze, che mette in dialogo alcuni tra i luoghi più importanti del Polo Museale Fiorentino con l’attuale produzione artistica espressa negli ultimi decenni in Toscana. Gli artisti invitati – Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori – sono accomunati dall’impegno in Base/progetti per l’arte, collettivo di creativi che si avvicendano nella conduzione dell’attività, che vivono e operano in Toscana e che promuovono, a Firenze, alcuni degli aspetti più significativi dell’arte contemporanea, italiana e internazionale.
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Maurice Nio, eterno Peter Pan
[exibart]
è proprio una schifezza!
Forse il plastico non fa onore alla qualità del progetto. Ma, oltre alla felicità per l’ampliamento ed il potenziamento della struttura, è difficile non pensare che esteticamente assomigli ad una cozza!
Museo Pecci: Cronaca di uno spreco pubblico.
L’anello in bronzo in progetto, che amplierà il vecchio corpo del Museo Pecci, appare, architettonicamente, come un fortilizio militare, inespugnabile e ermeticamente chuso con la realtà che lo circonda. Nell’ampliamento è accentuato ancora di più il significato e il valore “identitario” di entità avulsa dal contesto territoriale di appartenenza. Un luogo, che non è mai riuscito ad avvicinare la gente pratese, ad aprirsi seriamente con il tessuto economico, sociale e culturale di Prato. Non ha mai saputo produrre sinergia, autonomia e originalità nella proposta culturale, tantomeno produrre un ritorno in termini di pubblico. Eppure nei musei europei d’arte contemporanea, l’arte contemporanea rappresenta una forza trainante dell’immagine e dell’economia di una nazione. Musei che riescono a mettere insieme creatività, cultura ed economia. Mentre il museo Pecci è solo una macchina mangia-soldi. fa molta fatica, (anche per figure non all’altezza del loro ruolo) ad adeguare strategie efficaci che la competizione internazionale impone alla cultura.
SAVINO MARSEGLIA (curatore indipendente)
Non e’ vero, sembra la base di Goldrake!
Suonano le campane a morte per questo museo. Il vuoto di idee, non c’è gnegnero, macchina mangiasoldi buona soltanto ad autosostenersi. E’ una larva. Che ne dite della geniale marchetta( ?) commerciale di spostare per qualche anno alcune opere della collezione a Milano? Silenzio propositivo il bianco vuoto, bianco come i piccoli depliant in carta patinata (quale spreco di denaro pubblico!!!!) che pubblicizzano questa inutile trovata…..
Il museo Pecci, altro che arte contemporanea, qui si parla di un pozzo senza sfondo.