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Cristiano De Gaetano, un artista di soli 37 anni è stato stroncato da un cancro più forte della sua passione per la vita e per l’arte. Ieri i funerali a Taranto, una città maledetta dall’incuranza della politica e da chi per arricchirsi ha celato per troppo tempo il dramma causato dall’inquinamento dell’ILVA. Purtroppo a Taranto nulla è cambiato, nonostante se ne parli molto di più e ci sia più consapevolezza: la gente continua ad ammalarsi e morire di cancro sin da un’età in cui non è ammissibile poterlo accettare. Eppure Cristiano De Gaetano non ha mai abbandonato la sua città, la amava profondamente, aveva deciso di vivere e lavorare su quell’isola del borgo vecchio così vicina alla fabbrica ma anche così vera.
E allora cosa ci rimane di lui? Per chi l’ha conosciuto una grande tristezza, tanti ricordi e un profondo amore, per tutti gli altri la sua arte. Resteranno le sue opere anche nella galleria The Flat di Massimo Carasi, che da anni lo seguiva a Milano, dove ha realizzato 3 mostre personali.
Resteranno nelle case delle persone a lui care i suoi regali. Ricordo di aver visto un Cristo in terracotta senza croce, con una corda annodata al collo come un cappio, appeso ad un chiodo, impiccato al muro. Cristiano lo aveva realizzato a 17 anni per regalarlo ad una sua amica con cui frequentava il corso di ceramica all’Istituto D’Arte di Grottaglie, nella provincia tarantina.
Una vasta produzione per un’età così giovane che spazia in molteplici sperimentazioni dalla scultura alla fotografia, dalla pittura al video. De Gaetano ha continuato a lavorare fino alla fine dei suoi giorni perché l’arte e la sua vita erano un tutt’uno. Aveva una grande passione per la pittura, rivista da una personalissima e contemporanea visione. Attraverso l’uso della plastilina modellata come pennellate di colore, realizzava dipinti, ritratti, bassi rilievi, sagome, partendo dall’utilizzo di foto tratte da album di famiglia, e persone a lui care. Il fine era però quello di realizzare personaggi anonimi colti nell’atto di azioni quotidiane e inutili, esaltando il carattere ambiguo della normalità. Attraverso la plastilina, un materiale utilizzato dai bambini per giocare, faceva rivivere le sue figure regalando al tutto un carattere ludico e bizzarro.
«(…) Non c’è molto da dire di fronte ad una morte assurda, seguita ad una lunga malattia: impossibile da accettare specie quando si hanno appena trent’anni e tante energie, fisiche e creative, da mettere in campo. Cristiano era vitale, ironico, caustico, dotato di quell’ arguzia impertinente di chi si diverte un mondo a spaiare le tessere del nostro puzzle epocale, praticando un disinvolto “surf” tra fascinazioni estetiche di ambiti diversi, in cui innescare cortocircuiti inediti e spiazzanti. (…)» Antonella Marino.
Così scrive Pietro Marino nell’articolo di ieri sulla Gazzetta del Mezzogiorno: «Cristiano De Gaetano, uno dei talenti più interessanti delle nuove generazioni di artisti pugliesi (…) Aveva affermato una personalità tormentata, capace di variare modi espressionisti sul filo del grottesco e del noir – tra Paul Mc Carthy e Louise Bourgeois – anche con l’uso di fotografie readymade . Nel 2002 apparvero video animazioni alla Kentridge in una rassegna,”Videocorner”… Nel 2005 esibì a sorpresa una spiazzante serie di fotografie con coppie di gemelli, come in Diane Arbus, però uno ben più piccolo dell’altro. Dal 2006 aveva cominciato a produrre ritratti di giovani uomini e donne profilati su sagome di legno in proporzioni un po’ fuori scala, eseguiti con cere pongo colorate, schiacciate ed accostate con effetti da divisionismo plastico. Figure di solennità straniata, fissità forzata e l’abbozzo reticente, quasi fototessere ingrandite e ritagliate con riproduzione impeccabile quanto impassibile.” Finta pittura” che dava sul precario, con sentore di vintage. Aura da tempo perduto con personaggi anonimi, al più di famiglia. “Bravura” che aveva richiamato l’attenzione di una importante galleria milanese e di diversi collezionisti». (Michela Casavola)
Cristiano non lo incontravo da anni ma il suo ricordo è vivissimo, il mio pensiero va ai suoi tre bambini e tutti quelli che con amore gli sono stati vicini sino alla fine.
In qualche modo onoreremo la sua memoria.
Anche per me è passato molto tempo dall’ultima volta che l’ho incontrato. Questa foto descrive molto bene il mio ricordo; ero con lui mentre lavorava a “Before the shipwreck”… è il titolo di questo lavoro, che credo rappresenti uno dei momenti più alti della sua ricerca.
Ciao Cristiano
Daniele e Valentina
ILVA è morte.
E’ morto De Gaetano, ma la pià bella opera d’arte per tutti gli artisti pugliesi e per gli amanti pugliesi, sarebbe abbattere quel mostro e ridisegnare la Puglia.
Stesso discorso per la Raffineria di Gela