Tutto come da copione. Anzi di più, ben di più.
Sgarbi sbarca a Venezia, e anche a Roma. Come preannunciato a noi di
Exibart dello stesso interessato, è giunta oggi, nell’ambito della presentazione del suo ultimo libro –
L’Italia delle meraviglie (Bompiani) – l’ufficializzazione dell’incarico a Vittorio Sgarbi come curatore del
Padiglione Italia della Biennale di Venezia 2011.
È stato il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, ad annunciare la nomina, dopo aver presentato il volume nella sala dell’ex Consiglio Nazionale, alla presenza di un parterre prestigioso che ha dato all’annuncio ancora maggior solennità, composto dal direttore dei musei vaticani Antonio Paolucci, da Alain Elkann e dallo storico dell’arte Alvar Gonzalez Palacios.
Un provvedimento caratterizzato peraltro da una irritualità senza precedenti, quella di nominare un curatore di una partecipazione nazionale prima ancora che sia noto il nome del direttore della Biennale.
Ma la notizia che ha del clamoroso non è tanto questa, che tutto sommato era una ratifica: Sgarbi infatti raddoppierà l’incarico, con la nomina a supervisore degli acquisti di nuove opere d’arte contemporanea per il
Maxxi, il museo progettato da Zaha Hadid pronto ad essere inaugurato a mesi.
Ora: il governo ha due istituti di livello internazionale per promuovere e esporre arte contemporanea con standard universali, la Biennale di Venezia e il Maxxi. Appaltandoli ad un critico d’arte competentissimo sull’arte antica ma profondamente al di fuori dalle logiche del contemporaneo, il governo riduce in burletta gli unici due suoi “pivot” spendibili all’estero. Un masochismo degno del miglior Tafazzi. In questa sequela di scelleratezze chi ci guadagna? Non Sgarbi, che lavorerà osteggiato da quasi tutto il settore e che avrebbe potuto essere speso in ambiti in cui è realmente una risorsa e un patrimonio di competenze; non il governo, che vede ulteriormente decurtato il suo prestigio internazionale; non il pubblico, destinato a frequentare musei e mostre gestite con la logica dello scambio di potere e non della qualità. E allora, perché? (
m. t.)
[exibart]
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caro Abbondio,
ma quale ribalta internazionale??? Il padiglione italia??? Per un giovane partecipare a quello del 2009 penso sia stato solo controproducente..forse qualche vendita in più..ma piuttosto che vendere certe cose preferisco dedicarmi al gratta e vinci....
Dell'ultimo padiglione italia salvo totalmente solo Gian Marco Montesano. Grande estremo contemporaneo. Ma perchè lui fa una pittura che fa leva su alcuni presupposti negativi del padiglione italia. E tale consapevolezza è testimoniata dal suo lavoro fuori dal padiglione.
A me sembrava di aver detto cose completamente diverse e tutto sommato comprensibili...
perche non si mobilitano le associazioni come amaci e acacia... per una raccolta di firme ..in fondo sono loro che hanno caldeggiato la nascita di padiglione italia.. o era
per fare una mostra della giannelli e poi mollare il colpo... ora bisogna avere le palle x reagire... sembrava ke senza padiglione italia non si potesse piu vivere ..e ora nessuno parla..ipocrisia totale.
non ti preoccupare Giampaolo il tuo discorso era comprensibile e condivisibile... ma Luca Rossi che è fatto così, deve scrivere scrivere ma non legge e non capisce.
L'arte contemporanea oggi? Qualsiasi scarabocchio abbozzato su un foglio e mostrato con enfasi.
Sgarbi è un cavallo pazzo che conosce poco il contemporaneo ma devo dire che quando è in buona ha un atteggiamento più aperto e disponibile all'ascolto di gran parte dei talebani al potere
nel mondo dell'arte che conta davvero.
E' piena VIDEOCRACY...nel bene o nel male tutto fagocita....SICURAMENTE senza essere un divo da STALK(ing) Show a questo punto Sgarbi sarebbe non so che ma certo non il curatore della Biennale. PROBABILMENTE, però, le vesti molti se le strappano SOLO perchè chi va in tivvù, o magari è solo più famoso (A.B.O., Daverio...) DEBBA necessariamente essere inadeguato. E' tutto fasato in partenza.
almeno adesso si parla del padiglione italia... e sgarbi sa il fatto!
suo comunque non se ne può più dei soliti nomi che hanno blindato l'arte contemporanea romana e milanese... forse lui ci farà vedere qualcosa di nuovo!
Caro Luca, non è un problema di contenuti di linguaggio di senso o non senso nella prassi artistica attuale, piuttosto è quello di riflettere seriamente sul ruolo che occupa oggi l'arte contemporanea. La rinasita dell'arte avverrà soltanto quando le leggi della nostra società iperconsumistica iperaccatafalcata su se stessa diventeranno quelle dell'arte. Quando essa avrà accettato la vita e non la rassegnazione e si sarà fusa completamente con la realtà. Quando la prassi creativa sarà esrecitata in modo dialettico da tutti e ovunque. Allora non ci sarà più bisogno delle varie manifestazioni dedicate all'arte, di tromboni esofagali al servizio del potere imperante, ma eventi e inni di linguaggi puliti che esaltano la gioa di vivere nella diversità di stili e linguaggi.
Caro Savino, ciò che affermi è bellissimo, ma è difficile da realizzare. Sei rimasto un idealista incallito. Ma ti voglio bene.