Alcuni anni fa uscì un libro, curato da Bartolomeo Pietromarchi, che si occuperà del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia, che titolava “Il luogo non comune”. Tra le varie esperienze di quelle che erano le tensioni di una Public Art al momento del suo massimo apice storico, c’era anche l’intervento del collettivo “Osservatorio Nomade”, che a Roma aveva interagito con la popolazione e gli spazi del Nuovo Corviale. Per chi non lo sapesse il “Nuovo Corviale” è un edificio lungo quasi un chilometro, per nove piani di altezza, ultimato nel 1977 dall’architetto Mario Fiorentini, che si trova a sud ovest della capitale, sulla via Portuense. Un esempio di architettura sospeso a metà tra l’idea di un mostro da abbattere e sia come soluzione abitativa da libro d’architettura, quasi da tutela.
E che ha trovato negli anni personalità competenti che si sono occupate della sua vita. “Corviale Domani”, è un nucleo di coordinamento del quartiere composto da associazioni, fondazioni, enti, istituzioni di ricerca, operatori ed esperti di diversi ambiti disciplinari, che grazie al Ministero dei Beni Culturali ha organizzato il “Forum Corviale”, che si terrà martedì a San Michele a Ripa.
«Per la prima volta la comunità di Corviale salirà sul palcoscenico e “dirà la sua” realizzando per una giornata incontri e confronti con la comunità scientifica per discutere del suo futuro e delle tanto declamate ma dimenticate periferie, per migliorare la qualità della vita di chi ci vive e per uno sviluppo sostenibile dei suoi territori» ha dichiarato il coordinatore di “Corviale Domani” Pino Galeota. I lavori del Forum saranno condotti da Paola Orlandini, giornalista Rai e responsabile di Art News, con la presenza di Maria Grazia Bellisario del PaBAAC, Pietro Ostilio Rossi della facoltà di Architettura de La Sapienza e Giovanni Quarzo, presidente commissione Consiliare Permanente LLPP Roma Capitale. Un appuntamento per focalizzare l’attenzione sulla complessità e sulla possibile rinascita delle “periferie” italiane, spesso sotto la lente dell’attenzione ma in perenne attesa di migliorie e fondi, come i 42 milioni di euro stanziati dal Ministero delle Infrastrutture nel 2003, di cui una parte sarebbero dovuti finire a Corviale. Che ancora invece sta aspettando.