Apriranno al pubblico il prossimo 12 maggio, ovvero il giorno della nuova edizione della Biennale d’Arte di Venezia. Parliamo delle mostre della Fondazione Giorgio Cini, che quest’anno punta a due colossi del contemporaneo: il brasiliano Vik Muniz, con una serie inedita delle sue celebri fotografie, ottenute per ricomposizioni cromatiche di elementi disparatissimi, a cui si aggiungerà una scultura in vetro, e l’immortale e glorioso – oggi più che mai – Alighiero Boetti, in quella che viene definita come la più significativa retrospettiva dedicata all’artista negli ultimi anni.
Entrambe a cura del direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte Luca Massimo Barbero, “Afterglow: Pictures of Ruins” di Muniz prende ispirazione dalle opere dei grandi Maestri della tradizione veneta e lagunare, come Francesco Guardi e Canaletto, mentre “Minimo Massimo” verterà sull’oscillazione tra i due concetti di Minimum e Maximum: verranno, infatti, messi a confronto i più grandi e i più piccoli formati esistenti di tutti i principali cicli di opere dell’artista nato a Torino e nomade per natura, in una mostra realizzata in collaborazione con l’Archivio, e che avrà al suo interno anche un progetto speciale, a cura di Hans Ulrich Obrist, sul tema della fotocopia.
Dulcis in fundo Yesterday/Today/Tomorrow, ovvero un’installazione dell’artista irlandese Bryan Mc Cormack sull’Isola di San Giorgio che, affrontando il tema dei migranti, avvierà un programma di ricerca per la raccolta, conservazione e interpretazione di una serie dati visivi raccolti in campi per rifugiati, ai quali è stato chiesto di disegnare tre frammenti della propria esistenza: uno del passato, uno presente, e uno per il futuro. Tutto molto contemporaneo. E siamo sicuri ne vedremo delle belle.
Sopra: Alighiero Boetti, Mappa 1989-94, ricamo su tessuto, cm 254×588. Courtesy Tornabuoni Art
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