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Da Venezia stasera riparte Sottobosco, no-profit “senza compromessi”. E in attesa di vedere gli artisti abbiamo intervistato gli autori del progetto

di - 22 Marzo 2012
È uno spazio che ha casa a Venezia ma fa mostre nelle città più disparate. Nelle sue linee guida dichiara di “fare arte senza scendere a compromessi”. Ed è un no-profit. Stiamo parlando di Sottobosco, che stasera apre il suo primo “show desk” in laguna, con una serie di artisti che presenteranno il proprio lavoro e dialogheranno con il pubblico a partire dalle 17.00. Eugenia Delfini, Fausto Falchi, Nicola e Pasquale Nunziata e Tiziano Manna sono i membri che fanno parte di questo collettivo “d’intervento” cooperativo, che lavora sul campo, legando arte e vita quotidiana, in stretto contatto con i contesti, gli artisti e i cittadini. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Com’è nato Sottobosco e qual è la sua mission?
«Sottobosco è nato nel 2009 come collettivo ed è oggi un’organizzazione no-profit per la produzione culturale di base a Venezia in uno spazio multifunzionale composto da una project room, uno studio di progettazione, un’officina di produzione per artisti che hanno bisogno di utensili, materiali e consigli per la produzione di opere. Poi c’è L!brer!a un progetto dedicato alle produzioni editoriali delle realtà no-profit italiane, un punto di distribuzione di riviste gratuite e una bacheca di materiali informativi su eventi e progetti per la città».
Cosa succederà durante ShowDesk? Come sono stati selezionati gli artisti partecipanti?
«ShowDesk è nato per dare la possibilità agli artisti di presentare il proprio lavoro ad un pubblico eterogeneo in un clima informale, è stato pensato per dare spazio al confronto e per creare una situazione di scambio e di discussione intorno alla ricerca artistica.
Gli incontri hanno cadenza irregolare, e si svolgono ogni volta in una diversa città italiana; a Venezia dove abbiamo il nostro spazio, è attiva una versione permanente di ShowDesk che si svolge ogni volta che viene raggiunto un certo numero di adesioni. Per partecipare basta scriverci, non selezioniamo gli artisti che vogliono prenderne parte, quello che ci interessa è dargli un tempo e uno spazio e invitare il pubblico ad una partecipazione attiva.
Oggi, per il primo ShowDesk Venezia nel nostro nuovo spazio, verranno a presentare il loro lavoro Alex Bellan, Leone Contini, Nicola Genovese, Nicolò Degiorgis e Annamaria Tina, artisti con cui siamo entrati in contatto in questi ultimi anni. Ogni artista, attraverso la modalità che preferisce, presenterà la propria ricerca e la discuterà con il pubblico».
Come vedete la situazione no-profit in Italia? Come va avanti Sottobosco?
«Sulla situazione del no-profit in Italia servirebbe un intervento dedicato. Il problema che affligge il no-profit culturale qui da noi consiste spesso nel fatto che lo si continua a guardare, e a vivere anche in molti casi, come la periferia a basso profilo di un sistema istituzionale piuttosto che come una direzione, un orientamento preciso, un modello di grande indipendenza e con un grande futuro. Per quanto riguarda noi: più che andare avanti, nel senso di sopravvivenza, agiamo, in termini di esistenza. La questione dei fondi per la produzione e la gestione, argomento sul quale spesso si appiattisce il discorso sul no-profit, è gestita con grande inventiva e flessibilità e soprattutto non come il problema centrale della nostra pratica: quando trovi i soldi per produrre e per pagare le bollette, resta comunque da capire cosa produrre, cosa dire, quali processi attivare e quindi perché pagare le bollette e investire risorse umane. Un progetto va calibrato anche dal punto di vista delle risorse che assorbe rispetto a quelle che produce. Secondo noi in questo equilibrio sta la “resa” di un progetto, la sua sostenibilità e la sua efficacia».

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  • Ma il progetto SOTTOBOSCO non era collegato alla Galleria Contemporaneo?

    Perché gli artisti intervistati non ne fanno cenno? Dietro SOTTOBOSCO c'è, come sempre da queste parti, l'ombra di qualche personaggio influente della nomenklatura?

  • Caro DSK, Sottobosco è un progetto indipendente e dietro ci sono cinque persone che lavorano in collettivo attivando spesso collaborazioni con altre organizzazioni non profit, enti pubblici, liberi professionisti e cittadini.

    Sottobosco non è in nessun modo nella sua operatività collegato alla Galleria Contemporaneo, ormai purtroppo cartolarizzata dal Comune di Venezia e chiusa come spazio espositivo.

    Forse la tua confusione è dovuta ad una cattiva lettura dell'evento che vedeva l'archivio artisti di Sottobosco ospite negli spazi della Galleria Contemporaneo a Mestre di ormai due anni fa.

    Per farla breve, l'interazione consisteva nel fatto che, accolto con entusiasmo il nostro progetto e l'archivio artisti, il curatore della Galleria ci proponeva di ospitare l'archivio in galleria e renderlo consultabile al pubblico, chiudendo il cerchio con una collettiva che presentava gli artisti che facevano parte dell'archivio, ognuno con un'opera in mostra.

    Dietro Sottobosco non c'è ahinoi, nessun personaggio influente della tua personale nomenclatura, ce ne sono cinque, che però non sono influenti ma fluenti.

    Stai rilassato, visista il nostro sito
    http://www.sottobosco.net

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