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Della serie “strani fatti”. Dopo la chiusura ordinata dallo stato, e la faticosa riapertura, il no profit egiziano Townhouse crolla. Nel vero senso della parola

di - 11 Aprile 2016
Che cosa sia stato non è certo, fatto sta che Townhouse gallery al Cairo, il no profit più internazionale e “scomodo” d’Egitto, che nei giorni di Natale era stato chiuso delle autorità “censorie” dello stato africano, e poi faticosamente riaperto dai suoi addetti, tra computer sequestrati e indicazioni di “comportamento” di ogni sorta, ora ha subito una vera e propria battuta d’arresto: il corpo centrale della galleria è crollato, e la recentemente rinnovata biblioteca, la galleria del primo piano, e alcuni uffici amministrativi sono stati distrutti. In una dichiarazione sulla pagina Facebook la galleria ha dichiarato che si unirà con il proprietario del palazzo, insieme agli ingegneri e gli altri inquilini, per “garantire la sicurezza e il potenziale futuro dell’edificio stesso”. Per ora ci si è messa una pezza, trasferendo le attività superstiti negli spazi della ex cartiera Factory (in home page), ma è indubbio che qualcosa sia andato storto. Credete nel destino, o in qualcuno che abbia fatto saltare per aria le attività? A giudicare dalla foto qui sopra, presa da facebook, non avremmo dubbi.

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