14 agosto 2007

Dopo 210 anni le Nozze di Cana di Veronese tornano a Venezia. Ma solo in fac-simile…

 

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La ricostruzione virtuale del cenacolo con Le nozze di Cana
Ci sarebbe da saltare sulla sedia. Peraltro, in tempi – come questi – di grandi dibattiti sulle “restituzioni”, la notizia potrebbe anche avere una sua verosimiglianza. Le nozze di Cana, capolavoro dipinto da Paolo Veronese per il refettorio del monastero benedettino di San Giorgio Maggiore, a Venezia, tornerà nella sua sede originaria nel Cenacolo Palladiano, sull’isola che fronteggia San Marco. Ma l’illusione dura poco, ed anzi per qualcuno sicuramente si trasforma in sonora arrabbiatura, dando la stura ad interminabili diatribe sulla filologia ed il rispetto della storia. Infatti si tratta di un fac-simile, anche se della migliore qualità: in scala 1:1, ottenuto grazie alle più sofisticate tecniche di riproduzione, in cui si ritroveranno tutti gli elementi dell’originale, le linee, le sfumature di colore, persino le imperfezioni della tela di supporto e i segni dell’usura del tempo. Che sarà collocato dov’era l’originale a settembre, in concomitanza con l’apertura dei Dialoghi di San Giorgio, quest’anno dedicati al tema Ereditare il passato. Tradizioni, traslazioni, tradimenti, innovazioni. Una copia fisicamente ed esteticamente perfetta dell’originale, che grazie ad un lavoro di minuziosa ricostruzione filologica e restauro virtuale consentirà inoltre di vedere ciò che i rimaneggiamenti novecenteschi del dipinto – conservato al Louvre – avevano coperto. Il fac-simile è realizzato con le tecnologie sviluppate da Adam Lowe, artista britannico fondatore dell’atelier Factum Arte, laboratorio all’avanguardia nella ricostruzione e riproduzione di opere d’arte.

[exibart]

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