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Via il vecchio, che porta il nome di Sali Berisha, medico classe 1944, premier uscente in Albania ed ex Presidente della Repubblica nello stato balcanico dal 1992 al 1997. Avanti il nuovo, che porta il volto dell’artista, giornalista e politico da diversi anni, Edi Rama, di vent’anni più giovane. E di una sinistra che promette di portare il vento del cambiamento nello stato, una rinascita che si aspetta da anni e che, come accaduto al Belpaese in tempi più recenti, ha portato alla diaspora di una miriade di intellettuali e “cervelli” vari, molti dei quali arrivati anche in Italia diversi anni fa. A dirla tutta nemmeno Rama è nuovo alle cariche istituzionali, essendo stato sindaco nel 2000, e poi rieletto nel 2003, quando aderì anche al Partito Socialista Albanese, diventandone il segretario nel 2005 prima di tornare, per la terza volta, sindaco di Tirana nel 2007.
Una città che sotto la sua influenza, e attraverso la collaborazione di una serie di artisti, tra cui Anri Sala, diventò una piattaforma creativa, ordinando il restauro di una serie di vecchi edifici, restituendo verde pubblico, piantando qualcosa come 1800 alberi nuovi al Rinia Park e facendosi eleggere dal Time come uno degli eroi europei del 2005, in un tributo a 37 persone che stanno cambiando il mondo in meglio. «Questa vittoria rappresenta l’ora del grande cambiamento! E’ la vittoria della rinascita dell’Albania e del suo ingresso nella grande famiglia europea» ha dichiarato l’artista a fronte di un risultato che si aggira intorno al 57 per cento di vantaggio sullo sfidante. E che proietta già l’Albania nell’idea di un nuovo territorio in mano alla creatività contemporanea. Un porto franco, anche per l’Italia vicina, e asfittica.