Strano percorso, quella della fotografia. C’era un tempo in cui era considerata un’arte minore ma, ormai da alcuni anni, è diventata sempre più presente tanto nella quotidianità quanto nei musei. Per avere un punto di vista in grado di compendiare tutte queste sue fasi, dalle origini a oggi, non rimane che aspettare l’autunno del 2018, quando il Victoria & Albert Museum aprirà un nuovo centro interamente dedicato all’immagine e alla tecnica fotografiche. Lo spazio sarà progettato dallo studio David Kohn e ospiterà una collezione enciclopedica, come nello stile del museo di arti applicate. 500.000 pezzi che coprono tutta la storia della fotografia, da William Henry Fox Talbot e Roger Fenton ad Alfred Stieglitz e Alvin Langdon Coburn. Sicuramente ci sarà posto anche per le 6.000 attrezzature, le 26.000 pubblicazioni e le 270.000 fotografie già prelevate lo scorso anno dalla Royal Photographic Society, la storica organizzazione fondata nel 1853, «al fine di promuovere l’Arte e la Scienza della Fotografia». Proprio la decisione di spostare la collezione della Royal Photographic, dalla sede storica del National Media Museum di Bradford a quella del V&A di Londra suscitò accese discussioni e David Hockney parlò di «atto di vandalismo culturale». Solo oggi se ne è svelato il motivo. «Abbiamo grandi piani per le collezioni che celebrano l’arte e la tecnica della fotografia e siamo ansiosi di lavorare a stretto contatto con la Royal Photographic Society», ha detto Martin Barnes, Senior Curator della sezione di fotografia del V&A.
In alto: William Henry Fox Talbot, Semi di dente di leone