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L’impresa editoriale del settimanale l’Espresso è stata indubbiamente meritoria: far uscire una storia dell’arte contemporanea in dodici volumi. L’arte del Novecento, così s’intitola la collana che è in realtà la versione sintetica ed aggiornata dei due volumi editi, anni fa, dalla casa editrice Giunti a cura di Lara Vinca Masini: La linea dell’unicità e La linea del modello. Orbene, comprensibilmente per la vastità dell’argomento trattato sono state necessarie delle scelte, non solo per ovvie ragioni di spazio ma anche a causa del taglio teorico dell’intero lavoro. Dall’Espressionismo al Multimediale, passando per l’architettura, la storica dell’arte ha segnato su un impianto dicotomico, il ciglio di un percorso lungo cent’anni. Fotografie, commenti e piccole biografie che definiscono le personalità più importanti dei singoli movimenti e della storia dell’arte in genere aiutano il lettore ad orientarsi in questo polimorfo universo; eppure, nella storia recente, mancano movimenti come il Magico Primario di cui facevano parte pittori come Gianfranco Notargiacomo o l’Astrazione povera con personalità degne di nota tipo Gianni Asdrubali, ovvero sono state tralasciate alcune di quelle tendenze non figurative della pittura tra la fine dei Settanta e gli Ottanta. Sarò ingenuo… ma mi chiedo perché (marcello carriero)
[exibart]
difficle inserire tutto tutto no? La elta di cosa e chi mettere in questi casi risulta obbligata, altrimenti si dovrebbero inserire troppe voci, anche minime, solo per “riferimento”, e questo risulta deleterio per il prodotto che forse riskia di divenire dispersivo. Esistono movimenti e ismi che si concludono in un battito di ciglia e che tuttavia hanno la capacità di ispirarne altri più duraturi e sensazionali. Il fatto che magari non se ne abbia memoria, è una semplice deformazione umana. Uno storico di certo non dovrebbe permettersi simili mancanze…ma aihmè…!