È
In qualche parte del mondo il tema programmatico scelto per l’edizione 2008 della
Biennale Internazionale di Fotografia, che tiene banco per tutta l’estate a Brescia in prestigiosi spazi pubblici – Museo di Santa Giulia, piccolo e grande Miglio in Castello, SS Filippo e Giacomo – e privati, come il Museo Ken Damy e lo Spazio Clerici per l’arte contemporanea, con l’importante partecipazione di numerose gallerie private e spazi alternativi. Un’indagine a tutto campo su un tema affascinante e difficile allo stesso tempo, quello del viaggio. Affrontato mettendo autori storici e autoctoni di paesi lontani a confronto con validi autori contemporanei, con più di mille opere esposte. A Santa Giulia un’ampia sezione è dedicata alla storia della fotografia dell’800, con rare immagini all’albumina di città e luoghi simbolici dei primi viaggiatori fotografi, dal Cairo a Gerusalemme, Algeri, di
Lenher & Landrock,
Henry Bechard, Felix Bonfils, Antonio Beato, ma anche la Cina e il Giappone, con splendide albumine colorate a mano di Felice Beato e della scuola di
Fukasawa, l’India di
Francis Frith and Co. e
Samuel Bourne, fino a San Francisco, New Orleans e New York di
Loeffler e Taber. Tra gli autori storici del ‘900 ampio spazio al peruviano
Martin Chambi, con circa 100 immagini di cui molti vintage print, una raccolta incredibile di immagini della sua città natale, la straordinaria Cuzco, e del sito archeologico del Macchu Picchu. Fra gli autori contemporanei presenti
Gabriele Basilico con
Beirut,
Simon Norfolk con
Kabul e
Philippe Chancel con
Pyong Yang, capitale della Corea del Nord,
Franco Fontana con una selezione del suo lavoro sulla
Route 66. Gli USA hanno un’intera grande sala con opere di
Jeff Dunas, Mario Vidor, Wim Wenders, e altri autori come introduzione al “paesaggio desertico” non solo americano. Fra le altre numerose mostre, il Piccolo Miglio del Castello di Brescia ospita
Vanessa Beecroft, con
VB61 Darfur Still Death! Still Daf? – già vista alla Biennale di Venezia – e
VBSS Sudan Project, mentre allo Spazio Clerici c’è
Robert Gligorov con
Il testimone del tempo.