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Fendi vuole essere un partner forte del museo. Non posso dire di più, non voglio compromettere una trattativa che non è chiusa e che è ancora in corso”. È quanto dichiara Pio Baldi, presidente della
Fondazione Maxxi, durante la conferenza stampa nella quale a Via Guido Reni sono state presentate linee guida, staff e curatori, concept delle mostre inaugurali e programmi futuri del museo.
Una partnership potenzialmente dirompente poiché Fendi non significa solo una storica e prestigiosa azienda romana, ma anche e soprattutto l’attenzione verso il museo del gruppo Arnault (Lvmh), che detiene la maggioranza della griffe. E questo significherebbe per il Maxxi un canale privilegiato con quella che resta una delle collezioni d’arte contemporanea più ricche al mondo, malgrado il patron Bernard Arnault, nell’ultima
Power 100 List di
ArtReview, sia “precipitato” in quarantanovesima posizione. Con possibili link anche con le altre aziende del gruppo, spesso attivissime sul fronte della creatività contemporanea, come Louis Vuitton. Che, tra l’altro, sta per iniziare i lavori che porteranno all’apertura in pieno centro (Piazza San Lorenzo in Lucina) di una grande
boutique cultural sul modello di Parigi.
E l’Italia diventerebbe – sulla linea Venezia-Roma – il terreno di confronto per la storica rivalità fra i big del collezionismo transalpino e mondiale Pinault ed Arnault…
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