16 febbraio 2002

Ferrara, apre il Museo della Cattedrale

 

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Il 16 febbraio prossimo sarà inaugurato il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale. Il Museo è stato trasferito alla fine dello scorso anno nella nuova sede nei locali della ex Chiesa di San Romano, restaurati appositamente nell’ambito delle opere giubilari. La rinnovata sistemazione delle opere ha coinciso con un nuovo assetto istituzionale, tra i primi esempi in Italia di gestione museale mista tra un Ente ecclesiastico e un Ente locale.
L’istituzione del Museo risale al 1929. La raccolta espone autentici capolavori che documentano la storia della Cattedrale dalla sua fondazione in piena età romanica fino al periodo del rinascimento Estense. Tra le testimonianze di epoca medioevale sono da ricordare i due parapetti dell’ambone provenienti dall’antica Cattedrale di Voghenza, le lastre marmoree del pulpito e, soprattutto, il ciclo delle sculture del “Maestro dei Mesi”, opera cruciale per la comprensione della scultura nell’età di trapasso tra romanico e gotico.
Ma è soprattutto l’arte del Rinascimento ad essere rappresentata da un complesso di materiali di altissima qualità formale appartenenti ai diversi generi artistici. Il periodo aureo dell’arte ferrarese è introdotto dalla monumentale “Madonna della Melagrana”, scolpita a Ferrara nel 1406 dal senese Jacopo della Quercia. La pittura dello stesso secolo trova nelle quattro ante d’organo di Cosmè Tura la più compiuta attestazione della sua opera ancora presente a Ferrara.
L’influenza della personalità principale della scuola pittorica locale è riscontrabile anche in opere dello stesso periodo di cui l’artista fu ispiratore. È il caso della statuetta raffigurante San Maurelio, dove l’andamento nervoso dei panneggi e il marcato espressionismo del volto rimandano direttamente alle invenzioni del Tura.
Sempre dai suoi prototipi sono derivate le decorazioni dei ventidue corali miniati decorati, tra gli altri, da Jacopo Filippo Argenta e da Martino da Modena. Infine, vanno ricordati gli otto arazzi dedicati alle scene della vita e del martirio dei due patroni della città San Maurelio e San Giorgio, tessuti a Ferrara tra il 1550 e il 1553 dal fiammingo Giovanni Karcher su cartoni predisposti da Garofalo e Camillo Filippi.

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