15 novembre 2010

Fondazione Pastificio Cerere, è Marcello Smarrelli il nuovo direttore

 

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È il curatore Marcello Smarrelli il nuovo direttore della capitolina Fondazione Pastificio Cerere, che con questa scelta punta a caratterizzare in maniera più rigorosa a strutturata la propria attività sia espositiva sia di residenza per artisti (e curatori).

Nella sede dello storico ex stabilimento industriale del quartiere San Lorenzo, che ha visto nascere l’omonima scuola durante gli anni Ottanta (Pizzi Cannella, Tirelli, Nunzio, Gallo, Dessì, Ceccobelli, Bianchi…), Smarrelli punterà alla creazione di una grande piattaforma dedicata alla formazione. Già la vocazione dello spazio spinge in questo verso, in particolare grazie alle scuole di fotografia che da anni hanno sede al pastificio. Con la Fondazione, poi, questa attenzione alla didattica latu sensu si trasferirà sull’arte contemporanea. Il premio 6Artista, realizzato dal Pastificio in collaborazione con Civita ed Allianz, è stato solo un antipasto ed ha consentito al Pastificio di configurarsi come hub di residenze per giovani artisti alle quali si aggiungeranno i curatori (il primo ospite sarà Vincenzo de Bellis, inventore dello spazio milanese Peep-Hole).

Saranno loro, i curatori in residenza – ci dice Smarrelli – ad occuparsi della programmazione dello spazio espositivo della Fondazione”. Con un una serie di loft affittati da artisti e creativi, gallerie d’arte, scuole di fotografia, una neotrattoria gourmet, location in affitto e presto una grande libreria ed una tea room, il Pastificio Cerere si configura sempre di più come un punto di riferimento per l’edutainment capitolino. Un’esperienza imprenditorial-mecenatesca completamente privata, concepita dal proprietario Flavio Misciattelli e unica nel suo genere a Roma e non solo…

Marcello Smarrelli assomma questo nuovo incarico al ruolo di direttore artistico per la Fondazione Ermanno Casoli di Fabriano. (marianna agliottone)

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7 Commenti

  1. “i curatori in residenza”. Ieri erano gli artisti in residenza. Ora il curatore sembra fornire una maggiore completezza di ruolo. In fondo gli artisti sono a decine e decine e come i colori di una tavolozza o i lavoratori che attendono in fila fuori dalla fabbrica, possono sempre accorrere senza fare troppi problemi.

    Speriamo che a questo fiorire di spazi e cornici corripondano contenuti che riescano ad uscire dai soliti standard affaticati.

  2. Andrea Bruciati ha i complimenti facili, pare, questa è l’ennesima volta che compare un suo commento con sempre la frase, come un timbro.
    ma perché non scrive direttamente una mail a quelli con cui vuole complimentarsi? sì, perché non è che i suoi complimenti siano una notizia così importante, da far sapere a tutti..

  3. I complimenti di Andrea Bruciati sono qualcosa di simpatico ma che raggela sempre un po’ il sangue, anche conoscendo le dinamiche del sistema italiano. E come si fa in un contesto che osteggia sistematicamente il contemporaneo a mettersi in discussione e non compiacere e complimentarsi con tutti? Come biasimare questi curatori midcareer che attraverso le solite scelte coolcool cercano di mantenere uno loro spazio professionale?

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