A sei mesi dall’inaugurazione della Young Artist Gallery/garage di Pescara, abbiamo rivolto alcune domande all’imprenditore Silvio Maresca che, con la sua opera illuminata, ha voluto offrire nuove opportunità a giovani artisti non ancora inseriti nel mercato dell’arte, arricchendo gli spazi che circondano la sede della holding Carlo Maresca SpA, con le loro sculture, opere e installazioni artistiche.
Maresca, ci traccia un primo bilancio di questo progetto?
«Bilancio largamente positivo. Qualche numero: 15 Accademie hanno partecipato alle tre edizioni del concorso, sono stati presentati 71 progetti, 15 sono le opere realizzate nei giardini, 21 le opere acquisite nella collezione permanente della YAG. Abbiamo inoltre organizzato 4 mostre personali, e in programma ce ne sono altre 4. Ancora più incoraggianti sono gli esiti qualitativi. Abbiamo stabilito rapporti solidi e di fiducia con le principali accademie d’arte italiane e con decine di giovani artisti italiani ed esteri grazie al prezioso supporto di Ivan D’Alberto, curatore di grande competenza e professionalità. Un patrimonio di fiducia e relazioni che non può che consentirci di crescere e consolidare un modello che più che di mecenatismo vorrebbe essere di impresa sociale, senza scopo di lucro ma economicamente sostenibile e replicabile».
Che sponde sta trovando nella città e in un territorio che sembra aver rinvenuto un nuovo attivismo nel campo dell’arte contemporanea?
«Indubbiamente la nostra iniziativa in città suscita interesse. Mi pare anche che stia sollecitando in qualche occasione il riemergere di quelle correnti carsiche di arte contemporanea che in città di tanto in tanto riaffiorano. Pescara sembra essere un habitat naturale per l’arte contemporanea. Sospesa tra un passato che ha lasciato poche tracce e una grande nostalgia di radici e la “dolce vita” cittadina nel presente, Pescara è un laboratorio alchemico della creatività e dell’arte. Noi vorremmo anche dialogare con la città, perché oggi dare carattere e contenuti di qualità ai centri urbani significa alimentare benessere e sviluppo. Pescara, quindi, ha un’opportunità da cogliere: in effetti abbiamo parecchi dialoghi in corso e credo ne nasceranno nuove iniziative».
Qual è il progetto per i prossimi anni e cosa intende fare per dare sempre maggiore visibilità alla sua iniziativa?
«Vorremmo dare alla YAG una dimensione europea, ed abbiamo anche un progetto Africa. Vorremmo far crescere di scala i “Giardini” dando vita ad un Parco cittadino d’arte, contaminare città e regione con iniziative focalizzate sui giovani artisti e lavorare ulteriormente sul “contenitore”: creare coffee e book shop, realizzare un miglior invito sulla strada. Ci piacerebbe anche istituire una biblioteca d’arte contemporanea. Ci apprestiamo altresì a lanciare nuove linee di concorso, sempre destinate alle Accademie italiane, proponendo particolari format d’opera, per poi accogliere le opere vincitrici all’ interno della YAG».
Attualmente presso la YAG/Garage è possibile visitare, su richiesta, l’interessante mostra “Nature molte” dell’artista Marco Smacchia; le linee essenziali dei suoi disegni ci proiettano in una dimensione surreale e simbolica. Quali sono le ragioni di questa scelta?
«Rispetto ai ragazzi che lo hanno preceduto Marco ha un percorso formativo e professionale molto diverso; lui giunge all’arte attraverso l’illustrazione, il fumetto e la grafica pubblicitaria. Nella YAG ha presentato una sintesi della sua ricerca che va dal rapporto con il teatro, alla comunicazione giornalistica, all’editoria. La mostra ha trovato un buon risconto di pubblico, tanto da convincerci a prorogare la mostra fino al 7 dicembre. Anche per l’esposizione di Marco Smacchia sono stati organizzati appuntamenti per dare la possibilità all’artista di incontrare critici d’arte, collezionisti e giornalisti di settore». (Ermanno de Pompeis)