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A Giovanni Lindo Ferretti, ex frontman degli storici CCCP, piace tenere viva l’attenzione su di sé, centellinando le proprie apparizioni come, un tempo, era solito fare Fiorello alla TV. E l’obiettivo di non cadere nel dimenticatoio è stato raggiunto, perché Ferretti sembra essere noto più adesso che ai tempi in cui era un punk duro e, relativamente, puro. A farlo tornare alla ribalta in questi giorni, è stata la cover di DUST, magazine di moda nato tra Berlino e Londra ma con un’anima tutta italiana, una di quelle riviste che pubblicano due numeri all’anno e che viene distribuita in tutto il mondo. Per l’ultimo numero, l’11esimo, “Resistance”, è stato dato spazio a un’icona rock del nostro Paese. Ferretti, si sa, è di quelli che con le sue scelte socio-politiche ha deluso almeno metà di quella generazione di, ormai, ex-giovani dei centri sociali, nonostante l’altra metà sia rimasta fedele alla sua linea. Perché, in fondo, «non è che la militanza fosse la soluzione a tutto».
Nel promo diffuso sui social network, Ferretti recita un Pater Noster estratto da “Affabulazione”, opera teatrale di Pier Paolo Pasolini, il cui ruolo di padre sembra essergli stato cucito addosso. Quindi, non un semplice servizio fotografico sul personaggio ferrettiano ma un progetto più ampio, a partire dall’opera di PPP. Lo shooting è stato effettuato a Cerreto Alpi, nella casa natale dove il cantante attualmente vive e nelle stalle della Fondazione Ferretti, dove sono stati allevati venti stalloni maremmani. Ma altre foto sono state scattate anche a Chia, in una torretta del XIII Secolo che fu acquistata da Pasolini, dove lo scrittore era solito ritirarsi, negli anni prima della sua scomparsa. A prescindere dalle considerazione etiche e politiche, la maison Gucci, che ha supportato il progetto, si conferma uno dei brand italiani che può vantare tra le migliori direzioni creative nel settore moda, con un approccio innovativo, pronto a supportare talenti emergenti e progetti alternativi. Compreso quello di un cattoleghista fashion victim. (Vincenzo D’Argenio)