03 novembre 2012

Good news. La casa di Wright trova un acquirente a Phoenix, che annullerebbe la possibilità di demolizione dell’immobile

 

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La casa di Wright per il figlio David a Phoenix

La casa a spirale, in cemento e acciaio, costruita da Frank Lloyd Wright a Phoenix per il figlio, sotto minaccia di demolizione da parte di un’impresa che avrebbe dovuto costruire sul suo terreno una villa di lusso (perché nello Stato dell’Arizona non esiste una tutela specifica per queste genere di opere), finalmente potrebbe aver finito le sue pene.  All’orizzonte un paio di giorni fa è arrivato un “salvatore” anonimo che ha accettato di pagare il prezzo richiesto di 2 milioni 379mila dollari, tutto in contanti e che offrirà la conservazione sul suo territorio, anche se sarà necessario passare un esame di controllo sulla dimora e superare lo scoglio difficile tra la città e gli attuali proprietari. E la città, nonostante tutto, non si può assumere responsabilità nei confronti dei progetti della nuova proprietà in quanto ci sono di mezzo non solo gli eredi Wright ma anche la Fondazione. 
Venduta tre anni fa dalla pronipote dell’architetto Anne Wright-Levi, per 2,8 milioni di dollari, perché il costo del mantenimento  della casa era eccessivo, era arrivata poi la società Meridin 8081, che avrebbe avuto il permesso di smezzare il lotto di terreno su cui la casa si trova e dunque anche di abbatterla. Janet Halstead, executive director della Fondazione Wright ha dichiarato: «Non sappiamo se la casa sarà salvata dalla minaccia di demolizione e dalla costruzione irresponsabile fino a quando non conosceremo le intenzioni dei nuovi proprietari».Il potenziale acquirente non vuole che il suo nome venga rivelato fino alla vendita definitiva, un processo che potrebbe durare tre settimane. 
Cauto ottimismo arriva anche dalle parole di Robert Joffe, broker per Sotheby’s che sta lavorando alla trattativa: «Sta facendo questo non per la notorietà, ma per amore del bene. Questo è proprio il tipo di persona di cui abbiamo bisogno». Sperando davvero che lo strappare di mano l’immobile dall’impresa non sia solo una prova di forza per poi farne una villa “a sua immagine e somiglianza”.

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