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La conservazione dell’arte contemporanea si è rivelata negli ultimi tempi un processo non trascurabile per musei e fondazioni che si sono trovati a dover fare i conti con opere realizzate, ormai da più di un secolo, con materiali non tradizionali, effimeri, prelevati da altri contesti e adattati via via alle forme della creazione. É il turno per il Reina Sofia di guardare a “Guernica”, che in questi giorni sta “subendo” un check up di controllo sponsorizzato da una multinazionale spagnola. Il dipinto-simbolo di Pablo Picasso (oltre sette metri per tre di altezza), realizzato nel 1937 all’indomani del bombardamento sulla città spagnola, sarà scansionato durante le ore notturne da un robot cartesiano che scatterà alla tela oltre ventiquattromila fotografie per diagnosticarne lo stato di salute. In attesa che l’accesa diatriba in atto tra l’istituzione madrilena e il Prado, per l’affidamento dell’emblematica opera, trovi un vincitore. (m.b.)