Nella sua ormai lunga carriera, Banksy ha affrontato più o meno ogni tipo di controversia e possiamo riconoscere che la maggior parte delle volte ne è uscito piuttosto bene. Questa volta però le voci di protesta non provengono dal mondo dell’arte contemporanea. Un nutrito gruppo di attivisti è intervenuto in maniera piuttosto rumorosa allo Street Party organizzato da Banksy all’esterno del suo Walled Off Hotel, la struttura ricettiva-museale arredata secondo lo stile dell’artista di Bristol e che affaccia sulla vista mozzafiato di una parte del muro che separa Israele e Palestina. L’happening, un simposio ad alta gradazione satirica, con convitati come Theresa May e Benjamin Netanyahu, o almeno i loro simulacri, si è svolto ieri, 2 ottobre, per celebrare l’anniversario della dichiarazione Balfour.
L’atto risale al 2 novembre 1917 ed è uno dei documenti chiave della storiografia contemporanea, una lettera stilata da Arthur Balfour, allora ministro degli esteri inglese, e inviata a Lord Rothschild, il principale portavoce della comunità ebraica inglese, nella quale si affermava che il governo britannico avrebbe guardato con molto favore all’istituzione di un’area sotto l’influenza ebraica in Palestina che, in quel periodo, era parte dell’Impero Ottomano. Una ‹‹dichiarazione di simpatia››, si legge nel testo, più che una esplicita allusione alla creazione di un nuovo Stato indipendente, ma la carta diede ugualmente impulso a una forte corrente migratoria, anche in conseguenza delle sempre più ricorrenti persecuzioni antisemite in Europa orientale.
Il banchetto satirico di Banksy, con l’Union Jack bene in vista, usato anche come decorazione per i dolci, e tutti gli altri elementi tipici dello stile british bene apparecchiati, non è piaciuto ai palestinesi, molti dei quali provenienti da un vicino campo profughi, che sono intervenuti sventolando le loro bandiere. La goccia, secondo gli attivisti, è stata l’uso strumentale di alcuni bambini, invitati a sedersi alla lunga tavolata, imbandita con un candido servizio da tè, al fianco del manichino della Regina. Ovviamente le intenzioni di Banksy erano ironiche ma l’argomento, per i palestinesi, non solo è delicato ma anche iconico, rappresentativo, un simbolo legato a doppio filo alla loro attuale condizione. E il divertissement, questa volta, è sembrato decisamente fuori luogo.