12 gennaio 2012

I have a dream: un museo di Arte Moderna e Contemporanea a Mantova. Perché no? Ma chi paga?

 

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Un museo di arte contemporanea a Mantova? Non sarebbe affatto male visto che nella città dei Gonzaga, a parte la latteratura, da decenni si respira solo un po’ vecchia aria. ma anche questo progetto non è particolarmente nuovo. nato nel 1977 dal critico Francesco Bartoli che avrebbe voluto utilizzare come location la vecchia caserma di piazza XXIV Maggio. L’edificio è stato chiuso nei primi anni ottanta e ora versa in uno stato di degrado. Strano, no? Il buon auspicio che sembra pervenire, in questo periodo, da tutti i cantoni della penisola, è la volontà di ridare un senso sociale e culturale a queste immense semi rovine destinate a perire su se stesse, abbandonate sia dalle istituzioni pubbliche che private. A Mantova per il “Sogno di Bartoli” si è mobilitata l’associazione MAC (Mantova Arte Contemporanea) e il suo presidente, l’architetto Eristeo Banali.  In seguito al monitoraggio dello stato dell’incuria dell’edificio a due passi dal tempio di San Sebastiano e dalla casa del Mantegna, è comparsa una petizione on-line promossa dall’Associazione e dal quotidiano locale “Gazzetta di Mantova” per la realizzazione del museo. Elaborata la preparazione al progetto vero e proprio. due convegni per promuoverlo: uno fissato per l’autunno del 2012 e il secondo per la primavera del 2013, essenziali per definire l’evoluzione del futuro spazio museale. Una volta completati i lavori di ristrutturazione e allestimento delle sale museali, un ulteriore passo sarà quello di trasformare l’associazione MAC in una Fondazione vera e propria, che non si occuperà da sola dell’area: l’obiettivo è quello di coinvolgere insieme al comitato scientifico, non solo Comune e Regione, ma anche lo Stato (proprietario del sito) come soggetto gestore e privati che ne finanzino la ristrutturazione. Che dire? Senz’altro auguri all’associazione e al suo presidente, ma con un consiglio spassionato: calibrare al millesimo ogni progetto e istituire immediatamente una copertura finanziaria pluriennale prima di imbarcarsi in qualsiasi tipo di attività per evitare di correre il rischio che il Museo di arte contemporanea di Mantova (potrebbe chiamarsi MACMA?) finisca per diventare, ancora prima di iniziare, un ottimo progetto incompiuto. (m.b.)

1 commento

  1. Progetto proposto da vecchi nomi della politica mantovana, insomma i soliti nomi
    per mettersi poi loro stessi all’interno del museo.
    Sono troppo provinciali questi signori
    figuriamoci se riusciranno a farne un museo internazionale.

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