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Tra il 1951 e il 1952 Roberto Sambonet (1924-1995), designer milanese, trascorse circa sei mesi nel grande manicomio di Juqueri, vicino a San Paolo del Brasile, che all’epoca contava 15mila ospiti, per approfondire il fenomeno del disagio mentale.
Il suo è stato un complesso studio di fisiognomica reso con schizzi a matita o a china che mettono in evidenza le alterazioni che la malattia mentale provoca sui volti dei “rinchiusi”. Il fatto stesso di essere privato della libertà mutava i volti di queste persone accentuandone certe caratteristiche tanto da permettere che poi potessero essere suddivise per categorie: gli incontinenti, i laceratori etc.
Nel 1977 l’esito del lavoro di Sambonet fu pubblicato nel libro Della Pazzia e oggi viene in parte esposto al pubblico per solidarietà verso la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) prevista a breve.
La mostra propone immagini crudeli con caratterizzazioni molto forti che mettono in luce le alienazioni e l’espropriazione dell’umanità cui queste persone erano (e sono) sottoposte. Con un tratto secco, deciso e rapido Sambonet riesce a trasmettere la carica interiore di queste persone, la drammaticità del loro vissuto, lo spaesamento e la desolazione del loro ambiente.
Non si lascia spazio né al particolare né al tratto caricaturale, tutto è compostamente pregnante e “tragicamente” vero. Il disegno va al di là della semplice rappresentazione e riesce a esprimere emozioni, pensieri e sentimenti; si giunge quindi a una scarnificazione dell’apparente per giungere a cogliere l’essenza più profonda dell’essere umano.
La mostra che propone un centinaio tra disegni e studi è stata realizzata presso la sede del Teatro Chille de la Balanza è promossa dalla Società della Ragione e dalla Fondazione Giovanni Michelucci ed è curata da Ivan Novelli e Franco Corleone. www.societadellaragione.it (Enrica Ravenni)