Come ogni anno ormai torna
Netmage, vagone di lusso nel lungo treno di
Artefiera. Il festival si pone al bivio tra l’indagine sul territorio inconsueto della pratica audiovisiva e il laboratorio sperimentale di progetti in fieri. La rassegna è suddivisa su molteplici piattaforme, ognuna definita secondo criteri precipui, ognuna in continuo contatto osmotico con le altre. Il salone d’onore, ovvero il Live Media floor, oltre a
The distance to the Sun di
Andrea Dojmi/Flushing Device, vanta eccellenti presenze in campo sonoro di
Mudboy, Growing, Black Dice e
Pete Swanson/John Wiese e in campo visivo di
Joe De Nardo, Bjorn Copeland e
Liz Harris, senza dimenticare la scena giapponese con
ATAK Night, Keiichiro Shibuya e
Evala, Keiji Haino. Mangrovia, sezione nata lo scorso anno a suffragio degli esiti più estremi dell’elettronica, ospita
Sunburned Hand of the Man, Emeralds, Thomas Ankersmit/Valerio Tricoli, Mattin/” ” [sic] Goldie.
The Infinite Pleasures of the Great Unknown, nuova creazione dei londinesi
Bock & Vincenti, occupa per tutte le giornate del festival la sala dedicata alle Performing Arts. E ancora la possibilità di vedere la terza tappa di
Eclissi, teatro di oggetti visto attraverso procedimenti affini alla camera oscura, nel Megascope di
Virgilio Villoresi accompagnato dalle sonorità di
Dominique Vaccaro. Queste sono solo alcune anticipazioni ad un ricco palinsesto che si configura come il re degli eventi OFF fiera. Non manca niente affinché le serate bolognesi si configurino come il cuore della scena sperimentale internazionale. (
c. m.)
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